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Delegazione francese e germanica in visita alle scuole materne ladine

Giovedì, Aprile 2nd, 2009

Una delegazione composta da una trentina di esperti pedagogisti provenienti dall’intera Germania, oltre che dalla regione francese dell’Alsazia, sono stati ospitati oggi (2 aprile) dalla scuola materna “Surëdl” di Selva di Val Gardena. Scopo della visita, quello di studiare il modello scolastico plurilingue delle vallate ladine.

La delegazione accompagnata dalla direttrice Edith Ploner
La delegazione accompagnata dalla direttrice Edith Ploner

Il modello di apprendimento linguistico delle scuole materne delle vallate ladine, dove è previsto l’utilizzo di ladino, italiano e tedesco, è da diversi anni al centro di studi e indagini a livello europeo. Questa volta, per cercare di approfondire la conoscenza di questo innovativo sistema didattico, sono giunti alla scuola materna “Surëdl” di Selva di Val Gardena una trentina di esperti pedagogisti provenienti dall’intera Germania, oltre che dalla regione francese dell’Alsazia.

A catturare la loro attenzione è stato innanzitutto la soluzione scelta per non far perdere ai bambini “l’orientamento linguistico”. “Ogni lingua viene contraddistinta da un colore - spiega la direttrice delle scuole materne ladine Edith Ploner - il giallo per l’italiano, il verde per il ladino e il rosso per il tedesco. Grazie a questo sistema completamente innovativo, le nostre collaboratrici hanno potuto elaborare e sviluppare dei nuovi materiali didattici.

Un aspetto molto importante del nostro approccio linguistico è la flessibilità: “”Uns geht es nicht darum, Kinder mit fremden Kulturen zu konfrontieren, sondern ihnen die bereits vorhandenen drei Kulturen und Sprachen näherzubringen und diese zu ordnen”, chiarisce la direttrice.

La delegazione franco-germanica in visita alla scuola materna di Selva di Val Gardena è rimasta impressionata da come il sistema non funzioni solo in linea teorica, ma anche, e soprattutto, nella pratica. Ancora una volta, dunque, il sistema didattico e scolastico delle vallate ladine si presenta come un modello di riferimento per quei territori caratterizzati da una forte multiculturalità.

Sul tema “lingue a colori” vedi anche questo intervento sul blog.

Vedi anche il testo del comunicato stampa della provincia di Bolzano sull’incontro.

Dichiarazioni programmatiche a confronto

Sabato, Gennaio 10th, 2009

E’ comparso finalmente in rete il programma di coalizione per la XIV legislatura della nuova Giunta provinciale di Bolzano.

Tento subito un primo sommario confronto con il precedente programma per quanto riguarda le politiche linguistiche, evidenziando in rosso i copia/incolla e in verde i concetti simili espressi in forma leggermente diversa.

Il documento di raffronto si trova in questo file pdf.

In estrema sintesi il mio primo giudizio è questo: uso prevalente del copia incolla (=continuiamo con l’andazzo di prima); molti omissis; alcune precisazioni restrittive; due elementi nuovi: le politiche degli spazi scolastici e il riferimento a modelli innovativi.
Con l’occasione ho aperto  su Facebook  il gruppo Discutiamo le politiche linguistiche della provincia di Bolzano

Il Rauzi-pensiero

Mercoledì, Gennaio 7th, 2009

Bruna Rauzi, ex Sovrintendente Scolastica di Bolzano, in pensione da oggi, non ha mancato di esternare il proprio pensiero in una intervista al quotidiano Alto Adige. Ecco i punti salienti del Rauzi-pensiero, per quanto riguarda la scuola bilingue:

“Sovrintendente Rauzi, com’è cambiata la scuola altoatesina in questi anni?
Ci sono stati almeno due momenti storici. Il primo è quello del 1996, con il passaggio delle competenze sulla scuola alla Provincia. Oltre a portare qui le competenze, abbiamo creato una scuola autonoma, precorrendo i tempi sul federalismo. Poi c’è stato il 2000, con la legge sull’autonomia della scuola e dei singoli istituti.
Un’autonomia che secondo alcuni permetterebbe alle singole scuole di partire con l’immersione…
L’apprendimento della seconda lingua è sempre stato il nostro grande problema. Abbiamo continuato a lavorarci. Nel 1994 abbiamo rivisto i programmi di insegnamento che risalivano ancora al 1978. Nel 1996 abbiamo approvato la norma di attuazione. Poi c’è stato l’intermezzo della scuola trilingue. Oggi sono convinta che le ore di seconda lingua nelle scuole elementari e nelle medie sono più che sufficienti. Quello su cui dobbiamo davvero puntare è il bilinguismo precoce. Lo studio sui dieci anni di sperimentazione del bilinguismo precoce negli asili italiani è stato pubblicato proprio in queste settimane e certifica che il metodo funziona. E allora perché non estenderlo a tutte le scuole dell’infanzia?
E l’immersione o, come si dice oggi, l’uso veicolare della seconda lingua?
Le lingue si imparano attraverso le emozioni e le esperienze di vita, non attraverso le materie. Per questo dico che è fondamentale puntare sul bilinguismo precoce, è l’infanzia il periodo chiave per l’apprendimento. Però la scuola non può fare tutto da sola: devono muoversi anche i genitori.”

Sconcertante, in questa intervista, l’idea - tutta di Bruna Rauzi - che sia inessenziale puntare sull’ insegnamento veicolare delle lingue attraverso le materie (CLIL), come oggi si accinge a fare tutta l’Europa, ma che la vera innovazione consista nel lavorare in maniera innovativa soltanto nelle sole scuole dell’infanzia. Se questo è stato il filo conduttore dell’azione di Bruna Rauzi nei sedici anni in cui è stata a capo della scuola italina della provincia di Bolzano, allora si comprende perchè a tutt’oggi non esista ancora a Bolzano una vera scuola bilingue. I divieti della politica sono probabilmente un alibi, in realtà è il mondo della scuola di Bolzano che non ha voluto l’innovazione linguistica.

La norma di attuazione di Tommasini

Martedì, Gennaio 6th, 2009

Christian Tommasini

Christian Tommasini, nuovo Assessore provinciale all’istruzione di Bolzano, prende posizione con una dichiarazione al quotidiano Alto Adige del 5 gennaio 2009 sul tema dell’equiparazione delle certificazioni linguistiche europee al patentino di bilinguismo che al momento in provincia rappresenta la sola forma di certificazione delle competenze linguistiche. nell’italiano e nel tedesco.Dice Tommasini: “… a proposito di norme di attuazione, ritengo molto più urgente arrivare finalmente all’approvazione di quella relativa ai titoli equipollenti del patentino di bilinguismo”. E il quotidiano commenta: “È passato ormai un anno da quando la commissione dei Sei (della quale lo stesso Tommasini è membro) ha approvato la norma di attuazione. Ora spetta al consiglio dei ministri emanare il relativo decreto, ma da tempo tutto è fermo e lo stesso Durnwalder se ne è lamentato più volte, anche perché l’Unione Europea continua a premere affinché al patentino di bilinguismo vengano affiancati anche altri esami che possano attestare la conoscenza della seconda lingua.”

In realtà la proposta di norma di attuazione è stata approvata dalla Commissione dei SEI otto mesi fa, precisamente nell’aprile 2008, Della questione si è parlato in dettaglio su questo blog: http://www.gebi.bz.it/bilinguismo/?p=76

La scuola bilingue nei programmi di Giunta

Giovedì, Dicembre 4th, 2008

Dopo le elezioni a Bolzano si lavora per la formazione della Giunta provinciale che governerà la provincia per i prossimi cinque anni.

In un articolo del quotidiano Ato Adige di lunedì 1 dicembre 2008 trovo un interessante spunto sull’importanza della definizione di un programma di coalizione chiaro e trasparente.

Sul tema del bilinguismo e della scuola nelle ultime tre legislature i programmi di Giunta sono stati sempre del tutto generici e di difficile letttura. Di conseguenza poi nessuno è riuscito a realizzare molto.

L’auspicio di Elena Artioli, neoletta consigliere provinciale a Bolzano, ad un programma chiaro su questa tematica è quindi del tutto appropriato.

Elena Artioli
BOLZANO. «La Svp vorrebbe avere la botte piena e la moglie ubriaca, ma noi non ci stiamo. Se come pare ormai chiaro Durnwalder preferisce fare la giunta con il Pd, noi potremmo accettare la vicepresidenza del consiglio provinciale, però sia chiaro che non siamo disposti a firmare alcun accordo. Vogliamo avere le mani libere». Elena Artioli, consigliere della Lega, non si fa illusioni: le trattative per la nuova giunta continuano, ma i giochi, a suo dire, sono già fatti.
In realtà, sia il presidente Luis Durnwalder che l’Obmann della Volkspartei Elmar Pichler Rolle prendono tempo e assicurano che non c’è ancora nulla di deciso. «La partita - dice Durnwalder - è più che mai aperta: domani (oggi, ndr) alle 14.30 abbiamo in agenda un incontro con il Pdl; poi c’è il direttivo della Svp in via Brennero. Nel frattempo continua la trattativa con Pd e Lega: con entrambi i partiti ci sono delle visioni comuni».
Anche l’Obmann Pichler Rolle insiste su questo aspetto: «Sia la Lega che il Pd dicono di essere interessati a fare la giunta con la Svp e per noi vale lo stesso discorso: il problema è che loro non vogliono saperne di entrare assieme nella stessa coalizione. Comunque, non abbiamo ancora abbandonato tutte le speranze, anche perché a noi interesserebbe avere un collegamento forte con il governo di Roma».
Dopo un mese di trattative il nodo insormontabile resta quello iniziale rappresentato dai veti reciproci.
«Però forse - spera l’Obmann - qualche spiraglio c’è ancora, visto che dobbiamo cominciare a discutere di programma».
Invece per Elena Artioli, quando si parlerà di programma, di possibilità ce ne saranno ancora meno.
Lei, l’ex consigliera comunale della Svp, paladina delle istanze dei mistilingue, l’aveva detto subito dopo l’elezione che ci teneva ad entrare in giunta e aveva già le idee chiare sulle competenze: la scuola. «L’ho ripetuto anche a Durnwalder che però non volendo una rompiscatole in giunta, ha già deciso di imbarcare i due consiglieri del Pd. Ovviamente, le trattative continuano e noi non rinunciamo certo a fare la nostra parte, ma sappiamo che non ci sono spazi».
Rimpianti?
«All’inizio sì, adesso no».
Perché cos’è cambiato?
«Non è cambiato nulla - spiega la consigliera leghista - semplicemente, vedendo cosa contiene la prima bozza di programma messa a punto dalla Svp, sono contenta di non entrare in giunta. C’è la toponomastica e neppure un accenno all’apprendimento linguistico né, tanto meno, al tema dei mistilingue. A questo punto è meglio che in giunta vadano i consiglieri del Pd, per me che ho fatto di quei temi i miei cavalli di battaglia sarebbe un suicidio politico».
Salvo colpi di scena dell’ultima ora, la cosa più probabile è che Artioli diventi vicepresidente del consiglio provinciale, carica ricoperta pro tempore dalla consigliera del Pd Barbara Repetto.
Durnwalder però, non potendo avere in giunta il Carroccio, vorrebbe che la rappresentante leghista non si limitasse ad interpretare quel ruolo solo in chiave istituzionale. Per questo punta ad ottenere dalla Lega un appoggio esterno da sancire con un accordo ad hoc, sottoscritto dalle parti.
Ma la consigliera risponde picche. «O entriamo in giunta o stiamo fuori e ricopriamo la carica di vicepresidente senza però impegnarsi in alcun modo. Noi non firmiamo nulla e di volta in volta decideremo se votare a favore o contro. Ma non possiamo assolutamente legarci le mani per far piacere a Durnwalder che, a mio avviso sbagliando, riproporrà una giunta fotocopia per quel che riguarda la Svp e poi imbarcherà i due consiglieri del Pd. Lo ripeto: si tratta ancora ma i giochi ormai sono fatti. Durnwalder ha deciso».
Gli incontri, iniziati dopo le elezioni di fine novembre, continuano dunque ancora, però giunti a questo punto, in casa Svp c’è la volontà di stringere i tempi: «L’obiettivo è fare la giunta prima di Natale - promette Durnwalder -: il consiglio potrebbe riunirsi il 16 dicembre per votare la squadra che governerà la Provincia per i prossimi cinque anni».

Il liceo di Francoforte

Sabato, Novembre 22nd, 2008

Sul quotidiano “Alto Adige” del 22 ottobre 2008 un articolo di Carla Spiller nella pagina della cultura sul liceo bilingue tedesco-italiano di Frankfurt am Main «Freiherr vom Stein», dove insegna l’altoatesino Luigi D’ambrosio. Di particolare interesse è il fatto che una sezione della scuola consentirà agli alunni di ottenere un doppia maturità, una maturità italiana ed una maturità tedesca, titolo di studio  riconosciuto sia nell’ordinamento scolastico italiano che nell’ordinamento scolastico germanico a titolo originario.

Vedi anche

http://freiherr-vom-stein.de/contenido-4.6.8.4/cms/front_content.php?idcat=128&idart=772 

http://www.fr-online.de/frankfurt_und_hessen/nachrichten/frankfurt/1601777_Italienisches-Abitur-ab-2010.html
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In Alto Adige, malgrado il grande fermento sui temi dell’insegnamento, la scuola bilingue rimane un obiettivo lontano. Non si sa ancora, nonostante le pressioni, se e quando vedrà la luce un progetto di scuola autenticamente bilingue. Nel frattempo abbiamo chiesto un’opinione a chi questa esperienza la sta vivendo concretamente.  L’altoatesino Luigi D’ambrosio, docente di ruolo di italiano seconda lingua (L2) della scuola in lingua tedesca, insegna da circa un anno al liceo bilingue tedesco-italiano di Francoforte «Freiherr vom Stein», dopo aver superato una selezione a Roma. A lui abbiamo posto alcune domande. Com’è strutturata la scuola dove insegna, il liceo bilingue Freiherr vom Stein di Francoforte?  «Si tratta di un ginnasio che parte con la quinta classe e arriva fino alla tredicesima, ma dall’anno prossimo la maturità si effettuerà al termine della dodicesima classe. È composta di tre sezioni ed una sezione permette ai ragazzi di ottenere un doppio titolo di studio italiano-tedesco, cioè una maturità italiana ed una maturità tedesca, con eguale voto, con materie di esame che vengono discusse in queste settimane da due commissioni che si occupano di definire gli aspetti tecnici dell’esame. Le materie di maturità saranno probabilmente italiano e storia in italiano, oltre a tutte le materie in tedesco». Come è organizzato nella pratica l’insegnamento nelle due lingue?  «È organizzato in modo molto interessante. Nelle materie linguistiche di L1 (lingua uno) italiano e tedesco vengono svolte lezioni sia da insegnanti da soli sia da insegnanti in «Doppelbesetzung» (compresenza), che definiscono gli ambiti del loro intervento educativo, concordano i programmi da svolgere nell’una e nell’altra lingua e programmano insieme le verifiche. Ognuno dei due insegnanti parla nella sua lingua durante la lezione, nel corso della quale non si creano particolari problemi di confusione e sovrapposizione. I ragazzi sono particolarmente soddisfatti di questo tipo di lezione. Anche la storia viene insegnata con il sistema della co-presenza. Ci abbiamo provato l’anno scorso e l’esperimento è andato abbastanza bene. Altre materie vengono svolte o in italiano o in tedesco: la geografia ad esempio o semestralmente in italiano e in tedesco o annualmente in una delle due lingue». E i programmi come sono?  «I programmi sono per certe materie quelli del Land Essen, per altre, come l’italiano ed il tedesco, abbiamo un percorso didattico che viene aggiornato costantemente da noi insegnanti della scuola, naturalmente con l’«imprimatur» del Land Essen e dell’Italia. Favoriamo in ogni modo il tandem ed il lavoro di gruppo, affinchè ragazzi di livello linguistico diverso si esercitino il più possibile». Che tipo di utenza frequenta il Liceo «Freiherr vom Stein»?  «Naturalmente ci sono figli di genitori con cittadinanza italiana, quasi tutti di terza generazione che a casa parlano soprattutto il tedesco, figli di italiani arrivati da poco e figli di coppie plurilingui - chiamarli mistilingui non mi sembra simpatico - all’interno delle quali un genitore ha la cittadinanza italiana e l’altro la cittadinanza tedesca. La nostra scuola è comunque frequentata anche da ragazzi con genitori entrambi di madrelingua tedesca. Infine ci sono molti ragazzi stranieri che vengono dall’Africa, dall’Oriente, dal Giappone. Un’utenza variegata in una scuola che raccoglie la gran parte delle nazionalità del mondo, considerando che Francoforte è una città in cui oltre la metà della popolazione non è tedesca». Il modello di scuola plurilingue di Francoforte sarebbe importabile in Alto Adige?  «Secondo me sì, soprattutto perché in Alto Adige non ci sarebbero i problemi e le differenze che esistono in Germania riguardo alla formazione di base degli insegnanti. L’Italia paga tre insegnanti nel ginnasio e cinque nella scuola elementare «Freiherr vom Stein», che possiedono naturalmente una formazione culturale, linguistica, pedagogica e didattica diversa rispetto ai colleghi tedeschi. In provincia di Bolzano, malgrado molti insegnanti di made lingua tedesca si siano formati in università estere, esistono valori contenutistici più compatibili. E poi l’aspetto linguistico non è secondario: i miei colleghi della scuola tedesca in Alto Adige parlano l’italiano meglio mediamente di quanto non lo parlino i miei colleghi di tedesco in Germania. Lo stesso discorso vale anche per i colleghi italiani qui e in Germania. Inoltre a Bolzano i soldi e le strutture non mancano, la flessibilità che viene data dall’autonomia permetterebbe anche di creare dei programmi ad hoc per ogni singola scuola». Quali potrebbero essere le controindicazioni?  «Francamente non vedo particolari controindicazioni. Naturalmente, ed è l’elemento più importante, le due lingue devono essere considerate a livello paritario, non ci può essere una lingua che è superiore o più importante dell’altra. Chi pensa di mandare i propri figli in una scuola bilingue perché diventino tedeschi, dovrebbe mandarli in una scuola tedesca tradizionale. Alla stessa maniera dovrebbero comportarsi coloro che vorrebbero educare la propria prole «all’italiana». È una scuola che dovrebbe frequentare chi ci crede, chi è convinto, solo allora funzionerebbe». Quali sono le conseguenze di una formazione plurilingue sullo sviluppo e la crescita psicologica e intellettuale dei ragazzi ai quali viene impartita?  «Innanzitutto io direi che sono ragazzi come tutti gli altri, non c’è una particolare differenza. Alcuni colleghi conservatori li definiscono particolarmente vivaci anche dal punto di vista del comportamento. In realtà, in base a quello che sento anche da mia figlia, che frequenta la scuola dove io lavoro, non è così. Hanno una discreta flessibilità, riescono ad orientarsi e a muoversi nel mondo in modo molto più autonomo rispetto ai coetanei che vivono in ambienti culturalmente stagni. I risultati che abbiamo sono positivi: sono ragazzi flessibili, dinamici e aperti al mondo. Sicuramente nelle mie classi non ho mai sentito discorsi strani su razza, cultura, educazione, xenofobia. Per loro l’identità è un fatto particolare: si sentono cittadini del mondo, sanno di possedere due-tre lingue e cercano di realizzare nella loro vita quotidiana un’esistenza che sia il più possibile rispettosa degli altri». Come si inserisce questa struttura didattica nella più generale organizzazione del sistema scolastico tedesco?  «Ci sono vari esperimenti bilingui in Germania. Ma l’unica scuola in cui l’italiano assume il ruolo di lingua madre al pari della lingua tedesca e che ha come punto di approdo una maturità in due lingue, è il ginnasio «Freiherr vom Stein». Non ci sono altre strutture del genere in Germania. Noi siamo dei pionieri, navighiamo in un mondo didattico in cui non abbiamo tanti confronti. Li abbiamo per altri esperimenti, per altre lingue, ma la nostra scuola è un modello unico. Cerchiamo di diffondere l’interesse per la nostra scuola anche all’interno del mondo scientifico tedesco, facendo in modo che venga conosciuta il più possibile, attraverso articoli, tesi di laurea e dottorati di ricerca».

Carla Spiller

Martedi’ speciale

Giovedì, Settembre 25th, 2008

Cristallo

Da alcuni mesi hanno preso il via i “martedì speciali” presso l’Info point dell’Ufficio Bilinguismo e Lingue straniere al Centro Cristallo, dedicati a tematiche specifiche.

Tema del terzo martedì speciale presso il Centro Cristallo di Bolzano il 30 settembre dalle ore 9.00 alle 12.00 saranno le “certificazioni linguistiche internazionali”.

In collaborazione con prestigiosi enti internazionali l’Ufficio Bilinguismo e Lingue straniere cura l’organizzazione degli esami per il rilascio dei diplomi riconosciuti a livello internazionale per le seguenti lingue: tedesco (in collaborazione con il Goethe Institut), francese per gli studenti delle scuole superiori (con il Centre Culturel Français di Milano), lo spagnolo (con l’Instituto Cervantes di Milano),  l’inglese per gli studenti della scuola dell’obbligo e delle superiori (con l’University of Cambridge ESOL Examinations e alpha beta piccadilly) e il russo (con  l’Università Statale di San Pietroburgo).

Europa e certificazioni linguistiche

Martedì, Agosto 26th, 2008

La Giunta provinciale di Bolzano ha reagito ieri all’ inerzia del governo sull’emanazione della norma di attuazione volta ad equiparare le certificazoni linguistiche europee agli esami di “patentino linguistico” oggi previsti in provincia di Bolzano.

Ecco il testo del comunicato dell’Ufficio Stampa della Provincia del 25 agosto 2008:

Commissione per il bilinguismo: Da più parti viene contestata l’esclusività dell’operato della Commissione provinciale per l’accertamento del blinguismo e per il rilascio del relativo attestato e sono stati presentati ricorsi presso la Corte di giustizia europea. La Commissione dei Sei ha già predisposto una bozza di norma di attuazione per ovviare alla situazione, ma il Governo non l’ha ancora approvata. La Giunta provinciale oggi ha incaricato il presidente Durnwalder di intervenire presso il Governo affinché approvi il testo della Commissione dei Sei o affinché provveda a nominare sollecitamente i nuovi componenti della Commissione dei Sei. Durnwalder aveva già sollecitato tale nomina in occasione del recente incontro a Falzes con il ministro per la Semplificazione legislativa Roberto Calderoli.”

Ministro competente per la questione è Raffaele Fitto

Il MInistro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto

Della proposta della Commissione dei Sei, che risale al mese di aprile 2008, abbiamo riferito qui da fonte giornalistica. Il testo completo della proposta di norma di attuazione non è rintracciabile in rete.

Taic in Vriaul

Domenica, Agosto 24th, 2008

Giorgio Jannis mi segnala un ottima iniziativa del Circolo culturale  G.Unfer di Timau

Eccone la presentazione:

Il sito “Taic in Vriaul”, predisposto dal Circolo Culturale G.Unfer di Timau - Tischlbong (Ud) per conto del Comune di Paluzza e finanziato ai sensi della L.R. 4/99, propone un ampio excursus sulle comunità germanofone del Friuli Venezia Giulia, situate in Carnia e nella Valcanale.
Di ognuna si potranno consultare singole schede in cui sono approfonditi gli aspetti linguistici, storici, demografici e si segnaleranno le iniziative culturali, le pubblicazioni e le attrattive naturalistiche e artistiche.
Sono elencati i gruppi e i circoli culturali, impegnati nell’opera di rivalutazione e valorizzazione delle lingue di minoranza,
(testimonianza di insediamenti risalenti alla fine del XIII secolo), oltre ai gruppi e alle associazioni sportive e ricreative
che operano in diversi campi all’interno e all’esterno della comunità.
Il sito è ancora in fase di sviluppo e viene regolarmente ampliato ed aggiornato: al momento è attiva la parte riguardante Timau-Tischlbong; prossimamenteverranno messe on-line le parti riguardanti le altre comunità, oltre alla possibilità di consultare le pagine sia in tedesco sia nella lingua delle singole comunità.

Mittar zait ma beart mein leisnan in sito af taic aa, unt in da schprochn van dearfar as taic reint in Vriaul.

Scienze della formazione

Sabato, Giugno 7th, 2008

Franz Comploi, professore ordinario della Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano, sara’ il nuovo preside di facolta’ a Bressanone a partire dal mese di ottobre 2008. Ladino della Val Badia, vene indicato come persona particolarmente vocata a stimolare il dialogo interno fra la sezione italiana e la sezione tedesca.

Unica fra le facolta’ dell’Ateneo di Bolzano a proporre insegnamenti rigorosamente separati per lingua nel corso di laurea in scienze della formazione, fino ad oggi del tutto disattenta alla didattica della seconda lingua (si veda qua ) molto potrebbe cambiare, a giudicare da una prima intervista dello stesso Comploi al quotidiano Alto Adige in edicola oggi.

“Presterò attenzione alla cura dei rapporti nella facoltà, in particolare tra la sezione italiana e quella tedesca. Il nostro profilo multilingue è prezioso e va curato” ha dichiarato Comploi al quotidiano; in agenda, prosegue, comparirà sicuramente “lo sviluppo della ricerca, con i programmi per i master”. Ricerca anche linguistica.

L’ordinamento della scuola rispecchia il modello di società sotteso. Allo stesso modo l’organizzazione di una facoltà per la formazione degli insegnanti rispecchia un’idea di “scuola” sottesa. Scienze della formazione è stata organizzata cosi’ come la vediamo oggi perchè doveva sottolineare e rispecchiare l’idea di scuole rigorosamente ditinte per lingua di insegnamento, senza mescolanze.
Tuttavia l’idea di mantenere ad ogni costo la scuola monolingue come scuola separata sembra ormai stare nella testa solo di un gruppo ristretto di politici e intellettuali. Almeno stando a quanto è venuto fuori da un sondaggio pubblicato dal settimanale FF (di cui ho parlato sul blog Mehrsprachigkeit in questo post qua ) dove la maggioranza dei cittadini intervistati ritiene ormai giunto il momento di superare il tabu della scuola bilingue.

Sono convinto che la via verso la scuola plurilingue passera’ necessariamente attraverso una stretta collaborazione fra le scuole monolingue esistenti. Fondamentale è quindi che questa sia anche la direzione dell’Universita’, direzione che il nuovo Preside sembra aver individuato pienamente, mettendo subito in agenda la valorizzazione dei rapporti fra le sezioni italiane e tedesche della facolta’ di scienze della formazione.