Archive for the 'La società' Category

Gruppi linguistici

Venerdì, Gennaio 25th, 2008

Elena Artioli

Qualche settimana fa Elena Artioli, consigliere comunale di Bolzano eletta nelle liste della SVP, ha appreso dal suo partito di non potersi candidare alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale, perchè in occasione del censimento si era dichiarata italiana. E soltanto un candidato appartenente al gruppo tedesco puo’ trovare posto nelle liste elettorali provinciali SVP, anche per motivi legati al calcolo della proporzionale nell’ impiego pubblico. Elena Artioli ha prontamente replicato di essere “mistilingue” e quindi di sentirsi tanto italiana (come è suo padre) quanto tedesca (come è sua madre). Quindi per lei non sarebbe stato un problema modificare la dichiarazione di appartenenza linguistica da italiana a tedesca, se questo era richiesto. Il partito prontamente ha messo allo studio una proposta di modifica della legge elettorale per consentire il cambio di dichiarazione.

Ne è nato un dibattito, tuttora in corso, tra favorevoli e contrari. Rilevante un faccia a faccia televisivo che ha contrapposto Elena Artioli a Franz Pahl, anche lui esponente della SVP. Da questo “Pro und Contra” possono essere tratti spunti di riflessione, per esempio si comprende con chiarezza quanto il sistema Alto Adige ha bisogno dei suoi “gruppi linguistici” per definirsi, a costo di tenerli in piedi convenzionalmente.

Il modello autonomistico dell’ Alto Adige, infatti, è stato costruito prevedendo la distribuzione delle risorse proprio in relazione alla consistenza dei gruppi linguistici. Cosi’ l’accesso al pubblico impiego ha quote riservate ai singoli gruppi e lo stesso vale per le agevolazioni in materia di edilizia abitativa, per i contributi finanziari dell’ente pubblico e via dicendo. Il concetto di “gruppo linguistico” gioca quindi un ruolo centrale. Senza una chiara determinazione di quali sono i gruppi linguistici sul territorio e di quante e quali sono le persone appartenenti ai singoli gruppi il modello autonomistico di Bolzano non sembra funzionare.

L’idea che l’intera realtà sociale debba essere letta sempre secondo il metro dei gruppi linguistici si e’ di conseguenza radicata in Alto Adige tanto da aver reso i gruppi linguistici una sorta di realtà oggettiva, un oggetto sociale considerato naturalmente dato e in qualche modo fisicamente connotato.
Anche gli oppositori storci del modello sottolineavano in passsato questa fisicità usanto il termine negativo “gabbie etniche”, parola che in piu’ aggiunge l’idea di arbitrarietà e di costrizione.

Il problema evidenziato dagli oppositori e’ che soltanto i gruppi linguistici esplicitamente previsti e descritti nello Statuto dell’ Alto Adige hanno rilevanza mentre le posizioni intermedie, come quella rappresentata da Elena Artioli al di fuori o al di sopra dei gruppi linguistici, sono negate. Il gruppo dei mistilingue (e anche questo si desume dal Pro und Contra Artioli/Pahl) non ha status a Bolzano, almeno non nel senso proprio dei gruppi italiano, tedesco e ladino.

In ogni caso, il salto da un gruppo all’altro ipotizzato per la ”mistilingue” Artioli dal suo partito è una strategia che cerca di salvare il modello Alto Adige ma lo fa al prezzo di rendere piu’ “convenzionali” e meno “reali” i gruppi linguistici. Una finzione giuridica per salvare una classificazione del mondo che probabilemente ha sempre meno a che fare con la realtà.

Elena Artioli, al di là del suo impegno in politica ha comunque aperto un club online per l’Alto Adige plurilingue che ha chiamato Supertoll. Sul sito è possibile visionare la registrazione del suo “Pro und Contra” con Franz Pahl.

Altri interventi rilevanti nei su Elena Artioli:

segnavia.wordpress.com
www.claudiodegasperi.net
www.stol.it
www.altoadige.it

Integration of the Majority Population

Martedì, Gennaio 8th, 2008

Il Presidente della FUEV, Hans Heinrich Hansen, accompagnato dalla vicepresidente Martha Stocker, ha incontrato a Bolzano il 7 gennaio 2008 il presidente della Provincia Luis Durnwalder e si è informato della situazione locale della minoranza tedesca e di quella ladina, in maniera particolare per ciò che riguarda la tutela dell’uso della propria madrelingua (Vedi comunicato stampa della Provincia).

L'incontro fra Hansen e Durnwalder (foto Ufficio Stampa provinci adi Bolzano)
L’incontro fra Hansen e Durnwalder

La Fuev (in Ingese Fuen: Federal Union of European Nationalities) è una organizzazione che così descrive i propri obiettivi nel proprio Statuto :

The object of the FUEN is to preserve national and regional characteristics, languages, cultures and the rights of ethnic groups as a whole and their members in particular, and also to create an internationally recognised code of rights of these ethnic groups.

Nonostante in passato si siano registrate critiche anche feroci nei confronti di questa organizzazione ( si veda per esempio: Zendron e la Interrogazione 5764/97 in Consiglio Provinciale a Bolzano, la Regione Trentino Alto Adige sostiene anche finanziariamente la Fuev con una quota di 30.000 Euro all’anno (vedi la relativa delibera del 2006).

Sfogliando la documentazione in rete, ho comunque trovato un testo decisamente interessante dal titolo: The Right to Education for the Autochthonous, National Minorities in Europe. Si tratta di una serie di punti discussi e poi approvati al termine del 52esimo congresso annuale Fuen, che si è tenuto a Tallin, in Estonia, dal 16 al 20 maggio 2007. Riporto il paragrafo secondo me più rilevante:

INTEGRATION OF THE MAJORITY POPULATION

To comply with one of the education objectives from the legal documents – stimulating tolerance, dialogue and understanding – it is necessary in the education systems not only to teach knowledge about the culture, language, history, religion and traditions
amongst the minority, but also amongst the majority population. The application of the right to education thus includes both the minority as well as the majority population.

1. The education system of a state must teach knowledge about the minorities that live in this state also to the majority population, in particular through the subjects of history, economics/politics, art, music and literature.

2. E Education systems must comply with the requirements of the society of today. The intercultural perspective in the curricula is required to create interaction between persons belonging to minority and majority and to stimulate the development of the own identity and to ensure understanding for other identities.

3. The learning of the minority language by the majority population living in the area of settlement of a minority must be aimed at, so that the majority also can use the advantages of early bi- and multilingualism.

4. A condition for this is an appropriate language policy, which encourages to learn the minority language.

In definitiva, ci dice la Fuen, la tutela delle minoranze in Europa passa anche attraverso azioni di integrazione linguistica delle maggioranze, attraverso l’adozione di una prospettiva multiculturale, lo sviluppo del bi-multilinguismo precoce e la messa a punto di adeguate politiche linguistiche.

Tutte cose che in Sudtirolo sembrano essere tiepidamente considerate, se non a volte addirittura ostacolate. Peraltro a Bolzano manca del tutto l’idea che il multilinguismo possa essere sostenuto attraverso l’adozione di strategie linguistiche consapevoli, definite sul piano della progettazione politica. Molto, dice spesso lo stesso Durnwalder, dipende dalla buona volontà dei cittadini, mostrando così un chiaro atteggiamento prepolitico su tale argomento.

Imparare le lingue: una priorita’ per l’Europa

Giovedì, Novembre 29th, 2007

Leonard Orban, Commissario Europeo per il multilinguismo
Leonard Orban

Il forum aperto dal Commissario europeo per il multilinguismo Leonard Orban con un post dal titolo L’importanza di apprendere le lingue si arricchisce di giorno in giorno di interventi, che ad oggi sono arrivati a quota 385. Nei commenti e’ ammesso rigorosamente l’uso di tutte le lingue europee: vi si trovano le lingue minoritarie come il catalano e qualcuno scrive anche in esperanto.

Ecco il tema posto in discussione da Orban nel forum:

A mio avviso, il multilinguismo è al centro del progetto europeo: le lingue riflettono le nostre diverse culture e identità e, al tempo stesso, ci consentono di comprenderci a vicenda. I cittadini europei che parlano diverse lingue possono integrarsi più facilmente in un altro paese, se vi soggiornano per motivi di studio o lavoro, e possono accedere più facilmente ad altre culture.

La conoscenza delle lingue straniere è particolarmente ricercata nel mondo del lavoro. Buone conoscenze linguistiche migliorano le prospettive professionali. Inoltre, le lingue costituiscono il principale strumento di comunicazione in una società che a tutti i livelli diventa sempre più multilingue: negli ospedali, nei tribunali, nelle questure, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, anche perché tutti noi abbiamo sempre più contatti con il resto d’Europa e del mondo.

La Commissione europea ha un importante ruolo da svolgere nella promozione del multilinguismo. Desideriamo pertanto conoscere le vostre opinioni e le vostre aspettative. In questa rubrica potete esprimere i vostri punti di vista e discutere di lingue con altri utenti. Ad esempio, perché pensate sia importante imparare le lingue straniere?“.

Per Leonard Orban le opinioni dei cittadini sono molto importanti. Pertanto ho messo un link ai dieci interventi più recenti del suo forum che si visualizzano nella barra laterale di destra di questo blog, in modo che si possa seguire in tempo reale il dibattito.

Buona lettura multilingue a tutti!

Codardia civile

Venerdì, Settembre 28th, 2007

Rita Franceschini, rettrice della Libera Università di Bolzano

“Codardia civile” non é termine usato di frequente. Si tratta dell’opposto di “coraggio civile”. Ritrovo l’espressione sul quotidiano Alto Adige in un commento su Rita Franceschini, magnifica rettrice della Libera Università di Bolzano.

Il fatto: il 17 settembre Rita Franceschini ha parlato al congresso internazionale Multilingualism in Early Childhood, (Saarbruecken 17 e 18 settembre 2007). Il suo intervento ha il titolo:”Early Language Acquisition and Early Learning: how do we take advantage of the opportunities?”.
A parte il mio dispiacere personale di non essere potuto andare a Saarbruecken in quei giorni, visto il programma e la qualità dei relatori, di questo intervento e del documento finale approvato dai congressisti ha dato breve notizia a Bolzano il quotidiano Alto Adige. Trovo il gli articoli proprio sul sito dell’università di Bolzano.

Il commentatore del quotidiano così si esprime:

Lub (=Libera Università di Bolzano (ndr)) protagonista del convegno sul bilinguismo di Saarbrücken, che si è concluso con la bocciatura dei corsi di intensivi di lingua per i bambini immigrati, e con la conferma che nel cervello infantile c’è posto per più lingue e che questo aiuta e non ostacola le capacità comunicative. Esattamente il contrario di quello che la Svp predica. E infatti abbiamo i centri linguistici per i bimbi immigrati e il bilinguismo precoce è il diavolo. Forse perchè appena varcata la soglia di casa la Lub tace. Abbiamo chiesto a Rita Franceschini un’intervista su questi temi, ha detto no. Forse però la rettrice potrà rispondere ad alcuni semplici quesiti. Dove corre il confine tra prudenza dottrinale e codardia civile? E quello tra rispetto dei ruoli e servilismo? Perchè, se la signora Franceschini tace, la politica della scuola la fa l’onorevole Zeller. (m.f.)

Sembra di capire che mentre in giro per l’Europa si condivide l’idea di favorire uno sviluppo plurilingue della personalità, chi lavora a Bolzano deve astenersi dal dirlo, per paura.

21 febbraio 2007 - Giornata Internazionale della lingua madre

Giovedì, Febbraio 22nd, 2007

In occasione della Giornata Internazionale della Lingua Madre, il 21 febbraio 2007 Koichiro Matsuura, Direttore Generale dell’Unesco lancia un appello affinché siano promosse strategie linguistiche nazionali e regionali per costruire un ambiente armonioso per tutte le lingue del mondo.

In un mondo in cui l’universale ed il locale si incrociano e devono interagire in modo armonioso, i concetti di “madre lingua” e “multilinguismo” diventano strutturalmente complementari, ha affermato Koichiro Matsuura.
L’UNESCO si sforza di promuovere il multilinguismo, soprattutto in ambito scolastico, incoraggiando il riconoscimento e l’acquisizione di almeno tre livelli di competenza linguistica per tutti: una lingua madre o primaria, una lingua nazionale ed una veicolare.
La promozione della diversità linguistica e culturale si accompagna ad un impegno in favore del dialogo tra i popoli, le culture e le civiltà. Diversità e dialogo, identità ed alterità sono in effetti i poli di una complementarietà funzionale che conviene assumere nella sua totalità.

Koichiro Matsuura - Photo © UNESCO/Michel Ravassard

Malgrado esistano esempi di buone pratiche in varie parti del mondo, continua Matsuura, il multilinguismo appare più come un ideale che come una realtà tangibile. Più del 50% delle 6000 lingue parlate nel mondo rischiano di scomparire ed il 96% delle stesse sono parlate dal 4% della popolazione mondiale.
Meno di un quarto di tutte le lingue esistenti sul nostro pianeta è utilizzato a scuola e nel ciberspazio e solo sporadicamente. Sono poco più di un centinaio le lingue a cui è stato dato un posto di onore nel sistema educativo ed in quello pubblico e meno di cento sono presenti nel mondo digitale.
Koichiro Matsuura conclude ricordando la situazione linguistica del continente africano, in cui si parla un terzo delle lingue del mondo. Nonostante siano perfettamente dominate dai gruppi di popolazioni che le usano quotidianamente nel loro modo di esprimersi, la maggior parte di esse non sono per niente utilizzate nel settore educativo, amministrativo, giudiziario ed in quello della stampa.