Una decisione poco europea
Mercoledì, Settembre 9th, 2009La notizia di fine agosto dell’apertura della procedura di infrazione da parte della Commissione Europea nei confronti dell’Italia, per il mancato adeguamento della legislazione nazionale a quanto previsto da una sentenza della Corte di Giustizia Europea - e cioè che l’accertamento delle competenze linguistiche non puo’ essere realizzato con un solo esame locale, ma deve aprirsi alle certificazioni internazionali - è rimbalzata con grande evidenza sui quotidiani locali dell’Alto Adige (qui si puo’ visualizzare la prima pagina del quotidiano Alto Adige del 31 agosto 2009).
Con una procedura di infrazione aperta sulle spalle il Ministro per i rapporti con le regioni Fitto, non ha dunque esitato a mettere all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di oggi (n. 61) l’approvazione di un decreto legislativo: Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige sull’equipollenza degli attestati di conoscenza delle lingue italiana e tedesca, nel testo predisposto dalla Commissione consultiva paritetica (detta Commissione dei SEI) al termine della precedente legislatura.
Ci si aspettava dunque una adesione serena del governo italiano alle richieste della Commissione Europea, che aveva in mente la libera circolazione dei lavoratori dentro la Comunità.
Ma in Consiglio dei Ministri, Frattini, posto in modo forse inaspettato di fronte a quel testo, ha ottenuto il rinvio della trattazione della norma dopo un riesame del testo da parte della nuova Commisssione dei SEI. La norma caldeggiata da Fitto, comunque, a Bolzano ha un avversario di rilievo, Urzi’.
Alessandro Urzi’ spera di ottenere, per atto di governo, una sorta di “sconto” sul bilinguismo. Egli ha in mente da tempo il riconoscimento automatico del patentino di bilinguismo per tutti coloro che conseguano la maturità in provincia, anche se oggi la scuola altoatesina non garantisce, a detta dei piu’, l’effettivo bilinguismo dei neodiplomati. Questo per carenze interne alle scuole ma anche per mancanza di sostegno politico adeguato ai progetti scolastici di potenziamento linguistico.
Rendere bilingui i cittadini per decreto è un sogno e stupisce che lo si preferisca al bilinguismo reale. In materia di bilinguismo serve individuare certificazioni di qualità, non proporre o immaginare certificazioni fittizie. Ne va anche della serietà dell’Italia sul piano internazionale.
Di seguito un link a un mio altro post sul tema dello “sconto sul bilinguismo” che in politca alcuni ancora si ostinano a chiedere.