Kolipsi
Queste due grandi tabelle grafiche, che sembrano assomigliarsi (ma in realtà sono abissalmente distanti l’una dall’altra) sono state illustrate all’EURAC in occasione della presentazione dei risultati della ricerca KOLIPSI, “Gli studenti altoatesini e la seconda lingua: indagine linguistica e psicosociale“.
Si tratta di una indagine di tutto rilievo che, come sottolineato dal presidente EURAC Werner Stuflesser, ” fornisce alla Provincia informazioni utili per una politica delle lingue innovativa e orientata al futuro ”. Condotta su un campione di 1200 studenti del quarto anno di scuola superiore equamente distribuiti tra scuole italiane e tedesche, la ricerca, nella sua parte condotta con una analisi di tipo linguistico, ha classificato le competenze nella seconda lingua secondo i criteri del quadro comune di riferimento europeo per le lingue (ecco qui la descrizione della scala delle competenze comuni).
I grafici si riferiscono appunto ai risultati delle prove scritte somministrate ai 1200 studenti e ci danno una informazione neutrale rispetto alle forme di accertmento linguistico che risentono del contesto locale (quali i certificati di patentino di bilinguismo).
La grande differenza, evidenziata dai grafici, fra gli studenti delle scuole italiane e gli studenti delle scuole tedesche nella conoscenza della rispettiva seconda lingua tedesca e italiana sta nel fatto che il livello di bilinguismo degli studenti tedeschi è B1/B2, mentre per gli studenti italiani il livello è nettamente piu’ arretrato a A2/B1.
La seconda parte, quella di tipo sociolinguistico della ricerca, ci fornisce poi un altro dato importante che documenta l’uso prevalente delle lingue nei gruppi e nell’ intragruppo:
- nei gruppi misti italiani e tedeschi si usa prevalentemente la lingua italiana;
- nei gruppi omogenei italiani si usa prevalentamente la lingua italiana;
- nei gruppi omogenei tedeschi si usa prevalentemente il dialetto sudtirolese.
Quello che sembra mancare quindi è un contesto d’uso del tedesco standard, rispetto al quale comunque gli studenti italiani hanno competenze linguistiche non adeguate. “I risultati sottolineano come per molti studenti, soprattutto di lingua italiana (28%), la partecipazione attiva alla quotidianità altoatesina nella seconda lingua sia resa difficoltosa da una competenza linguistica ancora di livello elementare“, ha chiarito la ricercatrice Andrea Abel.
In realtà il livello di competenza comune capace di attivare di una buona comunicazione nella vita di tutti i giorni tra ragazzi italiani e tedeschi è il B2, e questo livello è molto basso proprio fra gli studenti italiani.
Le politiche che puntano sull’apprendimento linguistico fuori dalla scuola sono dunque avvisate: senza un certo livello comune di competenza i ragazzi probabilmente non riusciranno a parlarsi proprio fuori dalla scuola. Questo livello di competenza di base (B1/B2), che gli studenti tedeschi già possiedono, la scuola dovrebbe darlo anche agli studenti italiani che oggi sono attestati al piu’ basso livello A2/B1. Pensare che la scuola non possa fare piu’ di quello che già fa per gli studenti italiani sembra un po’ giocare al ribasso.
La ricerca Kolipsi nel suo complesso ha evidenziato con una certa chiarezza che una delle questioni centrali è il contesto d’uso delle lingue. Possiamo ipotizzare che per gli studenti italiani la scuola potrebbe essere un grande contesto d’uso del tedesco, se si pianificasse una didattica ad immersione linguistica in cui una grande parte delle materie fosse trattate direttamente nella seconda lingua (che è difficile usare fuori) e se questo fosse fatto fin dai primi anni di scuola. Una scuola del genere potrebbe portare studenti italiani e tedeschi a pari livello.