CLIL e Immersione Linguistica
I lavori della Commissione speciale del Consiglio provinciale di Bolzano sull’insegnamento della seconda lingua, sono stati generalmente valutati in termini positivi (breve report dell’evento su facebook).
Infatti metodologie fino ad ora rimaste lontane dalle istituzioni di Bolzano, anche se praticate quotidianamente nelle scuole, sono state presentate ufficialmente nelle sale istituzionali del Consiglio provinciale. In particolare ha avuto ingresso in Consiglio - da protagonista - l’insegnamento veicolare delle lingue, secondo quelli che sono i principi dell’immersione linguistica.
Oggi in Europa sono diversi i termini usati per indicare il modello che prevede di insegnare le lingue attraverso i contenuti e, dualmente, di veicolare i contenuti per mezzo della seconda lingua o delle lingue straniere.
Il termine “Immersione linguistica”, il primo ad essere usato a partire dagli anni ‘60, è una metafora che indica, attraverso l’immagine di un fluido linguistico, il fatto che a scuola il contesto in cui l’alunno viene immerso per apprendere le materie è quello di una lingua diversa dalla materna.
Il piu’ recente termine CLIL, invece, è un acronimo, una sorta di sigla che unisce le lettere iniziali del programma didattico “Content and Language Integrated Learning”, insegnamento integrato di lingua e contenuto.
Risulta dunque chiaro che “Immersione Linguistica” e CLIL indicano la stessa cosa, la parola“Immersione” lo fa attraverso una immagine, il termine CLIL mediante un acronimo meno emotivo.
Tuttavia la questione dell’insegnamento delle lingue attraverso i contenuti e dei contenuti per mezzo delle lingue non è se sia preferibile un termine emotivo piuttosto che uno oggettivo. Di fatto in Europa oggi vengono classificati come “Immersione” progetti CLIL molto intensi, con un insegnamento in seconda lingua di almeno il 50 per cento delle materie e secondo un programma pluriennale rigorosamente pianificato . Non si puo’ dunque ragionevolmente affermare che Immersione sia meno del CLIL o che il CLIL sia altro dall’”immersione”. Se il confronto è sul numero delle materie trattate in seconda lingua, allora il CLIL si rivela una immersione piu’ blanda; l’immersione, di contro, mostra di essere un CLIL piu’ incisivo.
Tornando ai verbali della Commisssione speciale Consiliare sull’apprendimento della seconda lingua redatti dopo le audizioni degli esperti, leggiamo: “ Il CLIL è stato presentato come lo strumento a cui la scuola italiana ricorre in via preferenziale per l’apprendimento della seconda lingua ed è stato definito uno strumento valido da parte dei relatori e delle relatrici. Per CLIL si intende la capacità dei contenuti di veicolare le lingue e delle lingue di veicolare contenuti.”
Ma se il CLIL, vale a dire una delle forme dell’ immersione linguistica, è inclusa tra le attuali pratiche didattiche delle scuole della provincia di Bolzano, alle scuole stesse non puo’ essere negato un sostegno e una considerazione particolare. Il CLIL, se non sperimentazione, è innovazione e all’innovazione serve supporto, vale a dire, come sempre piu’ richiesto sia da insegnanti che da famiglie, linee guida di riferimento, certezze sui finanziamenti e stabilità degli organici, formazione degli insegnanti, valutazione dei risultati tanto sulle competenze linguistiche che sui contenuti veicolati in seconda lingua.
A Bolzano servono anche interpretazioni condivise delle norme, in particolare dell’articolo 19 dello Statuto di autonomia per l’Alto Adige, che non deve essere usato per bloccare ma piuttosto per sostenere le spinte al rinnovamento in vista di un bilinguismo diffuso.