L’immersione linguistica in Alto Adige
Progettare scuole ad immersione linguistica in provincia di Bolzano non significa mettere in discussione il sistema scolastico disegnato dall’articolo 19 dello Statuto di Autonomia.
L’Alto Adige prevede tre tipi di scuole distinti, le scuole in lingua italiana, quelle in lingua tedesca e le scuole paritetiche delle località ladine.
Solo nelle località ladine è previsto un insegnamento equamente suddiviso in italiano e tedesco, le altre scuole prescrivono un insegnamento nella lingua materna degli alunni , impartito da docenti per i quali tale lingua è quella materna. Naturalmente, l’insegnamento della seconda lingua è obbligatorio.
Cosi’ concepito, a Bolzano, l’insegnamento della seconda lingua occupa il tempo di una materia.
Ma che dire se si progettasse di veicolare le materie proprio in seconda lingua? Il tempo aumenterebbe considerevolmente.
In questa direzione va il progetto CLIL denominato “Scuola trilingue”, presentato in dettaglio da Rosetta Fronza alla tavola rotonda organizzata dall’Osservatorio parlamentare altoatesino il 2 marzo 2006 a Bolzano.
Il CLIL rappresenta un buon approccio, ma naturalmente il tempo per la seconda lingua puo’ aumentare ancora, semplicemente estendendo il progetto a un vero e proprio percorso di immersione linguistica.
Il vantaggio dell’immersione linguistica sta nel fatto che, in questo modo, la scuola puo’ ricreare al proprio interno un contesto d’uso della seconda lingua, là dove socialmente questo uso non c’e’.
I risultati deludenti degli studenti italiani dell’Alto Adige, indicati dallo studio di Chiara Vettori, fanno pensare che l’immersione linguistica sia la migliore soluzione per l’apprendimento delle lingue nelle scuole italiane in Alto Adige.