Un modello di scuola plurilingue
Verena Debiasi e Christine Tonsern hanno elaborato un modello di scuola plurilingue che definiscono “realizzabile” dentro l’Autonomia provinciale di Bolzano.
Ne da’ notizia in un suo comunicato il portavoce provinciale dei Verdi dell’Alto Adige.
La presentazione del modello e la successiva discussione in vista delle definizione di un modello definitivo, avra luogo sabato 17 novembre 2007 a Bolzano, presso la casa Altmann, sala B, in piazza Gries, 18.
Ecco il comunicato, con le prime indicazioni sulla proposta di Verena Debiasi e Christine Tonsern:
“I tempi sembrano maturi. Negli ultimi mesi la scuola è stata al centro del dibattito pubblico. Mai come in questo periodo l’apprendimento linguistico è stato discusso così apertamente ed in maniera tanto controversa. La ormai troppo stretta corazza protettiva dell’articolo19 inizia a creparsi sotto la spinta dei nuovi bisogni che si sviluppano nella nostra società.
Verena Debiasi e Christine Tonsern, due competenti insegnanti di lingua e di seconda lingua, con il loro modello di scuola plurilingue vogliono dare una risposta alla domanda emergente delle nuove generazioni altoatesine.
La loro è una proposta di scuola aggiuntiva, che vuole unire ciò che va unito. Il loro modello prevede una parte di lezioni in tedesco ed un’altra in italiano. Nessuno mette in discussione il diritto all’insegnamento nella madrelingua, ma bisogna saper guardare oltre. Per far ciò non serve riscoprire l’acqua calda, in Europa e nel mondo esistono già modelli collaudati. E anche l’Alto Adige ha già diverse esperienze da mettere in mostra, anche se sono state sviluppate e attuate quasi sempre al di là della politica ufficiale.
Le autrici presenteranno il loro modello di scuola plurilingue. Seguirà poi un World Cafè, durante il quale le persone partecipanti discuteranno con chi vorranno degli aspetti che sembreranno loro importanti. Gli e le invitate, genitori, alunne ed alunni, insegnanti, esperte ed interessati potranno così far confluire le loro idee nel modello definitivo.”
Novembre 25th, 2007 at 10:31 am
Ricordo di aver letto (e forse l’ho anche conservato) una lettera al direttore dell’Alto-Adige da parte di un cittadino ladino della Val Badia,in cui candidamente si chiedeva: “come mai a noi ladini bastano due ore di ladino per non perdere l’identità e i sudtirolesi hanno bisogno di 5/6 del monte-ore per conservarla, radicarla, non perderla? Mi sembra un buon punto di partenza !!!!!