Bilinguismo utilitaristico
Ivo Carli
Trovo sul sito dei Verdi dell’Alto Adige una presa di posizione ormai “storica” della Cooperativa AlphaBeta, di Merano, su Bilinguismo e Immersione linguistica.
“Storica” perchè il documento risale al 1999, precisamente al 21 di dicembre, solstizio di inverno (incidentalmente, il giorno dove il sole è piu’ basso all’orizzonte).
Al tempo in molti mi avevano detto che i maggiori paletti, le piu’ significative azioni di ostacolo alla creazione delle scuole ad immersione in Europa provenivano proprio dalle agenzie di educazione linguistica e argomentavano partendo dal semplice assunto che se fosse la scuola a garantire la conoscenza delle lingue, allora le agenzie avrebbero ben poco margine di intervento. Non so se oggi le cose stiano ancora cosi’ ma il documento di AlphaBeta del dicembre 1999 è emblematico e sembra dare ragione a questi critici delle agenzie.
Poi, come mai un documento di AlphaBeta stia sul sito dei Verdi di Bolzano, non è spiegato. Una ipotesi è nella persona di Ivo Carli, presidente della cooperativa Alpha Beta e al tempo collaboratore del gruppo consiliare Verde a Bolzano.
Ecco alcuni punti salienti del documento, peraltro consultabile integralmente cliccando qui.
3. Il bilinguismo che si è affermato in Sudtirolo negli ultimi anni corrisponde ad un modello strumentale ed utilitaristico, funzionale ad un mondo che resta separato in due società che vivono l’una accanto all’altra, che curano innanzi tutto ciascuna la propria identità e che entrano in relazione (linguistica) con l’altro soprattutto a fini pratici, economici, utilitaristici, strumentali.4. E’ un modello di Società-Bancomat in due sensi: da una parte, scelta la propria lingua, si può andare avanti ignorando completamente gli altri; dall’altra, quello che interessa ottenere alla fine del processo è il risultato economico, l’appropriazione di qualche sussidio-privilegio-vantaggio come unico fine dell’eventuale relazione. Si usa dunque, quando si usa, una seconda lingua standard, depurata di rapporti amichevoli e di curiosità culturali, un italiano buono per leggere i listini del Sole 24ore, un tedesco buono per frugare tra le occasioni offerte dalla Wirtschaftszeitung.
7. L’insegnamento ad immersione linguistica rappresenta il lato migliore, ma anche quello più compiutamente coerente, di questo tipo di bilinguismo strumentale: un apprendimento dove la presenza dell’altro è solo simulata in una situazione comunicativa standard, dove viene sottolineata l’esigenza di apprendere al meglio la lingua alta, depurata il più possibile da influssi dialettali. Nell’immersione, insomma, si apprende il tedesco senza il sudtirolese – e senza i sudtirolesi. L’idea di creare sezioni tedesche nella scuola italiana o viceversa, mentre prende atto del problema, rappresenta l’ultimo tentativo di risolvere costruendo un altro ghetto e evitando il contatto e la contaminazione.
Gennaio 7th, 2008 at 1:03 am
Beh, è veramente clamoroso. Definire l’immersione (posto che questo termine, così generico, sia qui inteso in un modo sufficientemente referenziale) come fuoriero di un “tipo di bilinguismo strumentale” è davvero il massimo. Certo, da questo tipo di critica mi sembra rimanga immune soltanto UN progetto: quello della scuola “mista”. Una cosa ottima, senza dubbio, ma con un piccolissimo difetto. In una scuola “mista” si dovrebbe pur adottare un metodo glottodidattico. Quale? Forse la tanto stigmatizzata immersione?
Aprile 11th, 2008 at 9:13 pm
[…] Efficace l’intervento di Riccardo Dello Sbarba, del gruppo Verde e Presidente del Consiglio stesso. Ecco alcuni passaggi trattidalle news. “La Giunta dovrebbe rispettare l’autonomia delle scuole, ed invece in questo dlp si rimanda a decisioni dell’esecutivo provinciale per ben 39 volte! Bisogna riconoscere che la sovranità è di cittadini e cittadine, e che le istituzioni servono a regolare solo ciò che questi, o gli enti a loro più vicini, non riescono a regolare”. Anche la possibilità di provare nuovi metodi di insegnamento della lingua potrebbe essere determinata nel dettaglio dalla Giunta. Dello Sbarba ha rilevato l’apertura di Brugger a classi con insegnamento plurilingue, e quella di Durnwalder verso sezioni in lingua tedesca nelle scuole italiane: “Questi due alti esponenti SVP devono riconoscere che bisogna fare un passo in direzione del pluriliguismo, già attuato da Università e Claudiana oltreché da scuole pubbliche e private con le sperimentazioni: bisogna poter offrire a chi vuole, lasciando intatta la scuola in madrelingua, un’alternativa bi- o trilingue, dove tutto l’ambiente sia tale: le sperimentazioni attuali sono infatti inserite in un contesto monolingue, e sappiamo che il contesto generale è particolarmente importante”.[Riccardo Dello Sbarba è anche estensore materiale della presa di posizione riportata qui] “La strategia linguistica dei due tempi, ovvero prima imparo la mia lingua e poi quella degli altri”, ha detto Dello Sbarba, “non ha nulla di scientifico: più piccoli sono i bambini, meno fatica fanno”. Ha aggiunto che molti politici che difendono la scuola nella madrelingua mandano poi i figli nella scuola dell’altra lingua: “Allora il monolinguismo vale per il popolo, mentre pochi eletti fanno fare ai loro figli la scelta che li renderà vincenti”. Ci sono, è vero, momenti in cui i bambini hanno crisi linguistica: “I linguisti confermano però che nella fase di apprendimento di una nuova lingua, c’è un momento in cui si va nel panico, si ha un blocco, ma poi si riparte”. Ha chiesto dunque di non sprecare un’occasione preziosa per una questione ideologica, costringendo le famiglie ad arrangiarsi (…) Ha detto di non concordare con chi, parlando solo italiano in famiglia, manda il figlio nella scuola tedesca: ci vuole precauzione, ma in ogni caso non si può vietare. Per evitare queste sperimentazioni fai da te, l’unica soluzione “non è vietare questa cosa, ma valorizzare il bisogno di bilinguismo offrendo una scuola che faccia del confronto interculturale ed interlinguistico la propria missione fondamentale. […]
Aprile 9th, 2013 at 7:21 am
[…] Se la SVP gioca con la paura dell’assimilazione attraverso lo spettro della scuola unica, idea a cui l’immersione linguistica è comunque estranea, i partiti italiani a tutt’oggi suoi alleati non hanno esitato a fornire alla stessa SVP argomenti a supporto. Per esempio nel luglio del 2009 Tommasini, presentando una propria iniziativa di potenziamento linguistico ha dichiarato alla stampa: “l’immersione è un concetto superato”. E a sinistra anche i Verdi, non alleati ma oppositori della SVP, hanno scritto: “L’immersione linguistica propone un bilinguismo solo strumentale” e quindi, dal loro punto di vista, deteriore e da non sostenere. […]