Durnwalder scrive a due ministri
L’Ufficio stampa della Provincia di Bolzano, con un breve comunicato, ha dato notizia oggi di una lettera del Presidente della Provincia Durnwalder ai ministri Linda Lanzillotta e Giuseppe Fioroni su un episodio di presunta discriminazione avvenuto lo scorso anno presso la scuola media elementare in lingua tedesca di Villandro.
La presa di posizione di Durnwalder fa seguito a una risposta scritta di Linda Lanzillotta a una interrogazione dell’onorevole di opposizione Michaela Biancofiore: “In quella risposta ci sono affermazioni che la Provincia non condivide”, scrive Durnwalder, in particolare il riferimento alla scuola plurilingue e all’immersione, all’assenza delle quali sarebbe da ricondurre una delle cause dell’episodio. “Il ministro Lanzillotta afferma che la scuola plurilingue non è gradita al partito di maggioranza, ma in realtà - precisa Durnwalder - la scuola plurilingue non è prevista dallo statuto di autonomia, che sancisce invece il principio dell’insegnamento nella madrelingua degli alunni.”
Il testo completo dei due documenti (l’interrogazione di Michaela Biancofiore e la risposta scritta di Linda Lanzillotta) è visibile qui.
Vediamo cosa scrive Michaela Biancofiore:
“In Alto Adige certi episodi possono accadere perché è ancora vietata la così detta «immersione linguistica» ovvero la possibilità di creare scuole miste italiane-tedesche come viceversa è concesso alla minoranza ladina
E Linda Lanzillotta risponde nel modo seguente:
(1) Per quanto concerne, poi, l’ordinamento della scuola nella Provincia di Bolzano si ritiene opportuno evidenziare che l’articolo 19 dello Statuto della Provincia di Bolzano, decreto del Presidente della Repubblica n. 670 del 2002 prevede che l’insegnamento nelle scuole materne, elementari e secondarie, sia impartito nella lingua materna italiana o tedesca degli alunni da docenti per i quali tale lingua sia ugualmente quella materna.
(2.1) In Alto Adige, quindi, da decenni esistono tre distinti tipi di scuole: quelle in lingua italiana, in lingua tedesca e le scuole paritetiche delle località ladine. La creazione di un nuovo tipo di scuola plurilingue richiederebbe la modifica dello Statuto di Autonomia , (2.2) anche se da qualche anno si discute della possibilità di istituire un modello di immersione linguistica (in sostanza una scuola ove vi sia la possibilità di insegnare sia in italiano che in tedesco, a seconda delle materie) per promuovere l’integrazione degli alunni dei tre gruppi linguistici, ipotesi non gradita alla Suedtiroler Volskpartei (SVP), il partito tedesco di maggioranza assoluta.
Dunque il Ministro (a differenza di Michaela Biancofiore, che confonde immersione linguistica con scuole miste italiane/tedesche) mostra di conoscere benissimo quanto lo Statuto di autonomia prevede e quanto vieta. Sottolinea infatti che l’eventuale creazione di una scuola mista, alternativa all’attuale modello delle scuole separate per gruppo linguistico, non è attuabile senza una modifica dello Statuto (punto 2.1) e nel contempo afferma che l’immersione linguistica è una “possibilità” (da qualche anno allo studio in Alto Adige) (punto 2.2).
E’ l’immersione linguistica ad essere giudicata possibile ancorchè “non gradita alla SVP” (comunque non vietata dallo Statuto), non l’idea della scuola mista, che il Ministro stesso giudica non conforme alle norme (ma altro rispetto all’immersione).
Ognuno assuma la proprie responsabilitá, sembra potersi leggere tra le righe del testo licenziato dal Ministro: chi non gradisce l’immersione linguistica dica semplicemente che non la gradisce, non dica che è cosa vietata, visto che lo Statuto di autonomia vieta altro.
Un’ ottima risposta e giuridicamente ineccepibile quella di Linda Lanzillotta, indipendentemente dal fatto che Durnwalder condivida o non condivida.
Da parte sua Durnwalder non puo’, pero’, continuare a confondere i termini della questione, che in breve sintetizzo: la richiesta di una scuola ad immersione è diversa dalla richiesta della scuola mista, nasce dalla gente e si colloca dentro l’attuale sistema scolastico.
Nessuno puo’ ancora fingere di non avere chiaro questo, quando parla di scuola in Alto Adige.
Marzo 4th, 2008 at 1:28 pm
[…] Colgo l’occasione di un post di Enrico Hell [leggi] per mettere un po’ di carne al fuoco (si tratta di temi connessi, intrecciati, da affrontare sia separatamente sia evidenziando le relazioni reciproche che espongono). […]
Marzo 4th, 2008 at 5:22 pm
Non capisco bene una cosa. Quando il ministro (e tu) dice che l’immersione linguistica in sè non è vietata dallo statuto d’autonomia lo fa interpretando :
“sia impartito nella lingua materna italiana o tedesca degli alunni da docenti per i quali tale lingua sia ugualmente quella materna”
come che è possibile in una scuola italiana impartire un insegnamento in lingua tedesca a patto che l’insegnante sia di tale madrelingua ?
A mio avviso il testo (come al solito poco chiaro) va interpretato in modo più restrittivo, ossia nelle scuole italiane l’insegnamento va impartito in italiano da docenti italiani e idem per le tedesche. (almeno io così interpreto quell’ugualmente)
Marzo 4th, 2008 at 6:26 pm
@Sergio7
In questo mio vecchio post
http://www.gebi.bz.it/bilinguismo/?p=35
ho affrontato la questione della compatibilità dell’immersione linguistica con una interpretazione strettamente letterale dell’art. 19 dello Statuto di autonomia.
Ti riporto la mia argomentazione:
“A mio parere non è necessaria una preventiva modifica dell’articolo 19, tenendo presente che l’ordimento scolastico, che differenzia, anche amministrativamente, le scuole in lingua italiana, in lingua tedesca e delle località ladine dell’Alto Adige, resterebbe inalterato. In altri termini, l’immersione linguistica in Alto Adige non prefigura un ordinamento della scuola alternativo, perchè non prevede un unico tipo di scuola sostitutivo degli attuali tre.
Ciò significa che il concetto di scuola mista non rientra nel modello dell’immersione linguistica.
Se, tuttavia, nell’approfondimento della questione, dovessero emergere problematiche giuridiche insormontabili nel coniugare immersione linguistica e Statuto di Autonomia, sarebbe necessario porre mano preventivamente al testo dell’articolo 19 dello Statuto, con la stesura di un nuovo testo condiviso dai tre gruppi linguistici. La riscrittura dell’articolo 19 risulta essere già nell’agenda di più parti politiche ed è richiesta, in via generale e per esigenze di ammodernamento del testo, anche da tecnici e amministratori della scuola.”
In sintesi , concordo sul fatto che l’art. 19 dello Statuto sia in piu’ parti un “colabrodo” per quanto riguarda la sua formulazione linguistica, che risale a trentacinque anni fa. Non penso pero’ che questo sia un motivo sufficiente a giustificarne una sua revisione.
Per quanto riguarda il modello scolastico dell’Alto Adige lo Statuto parla abbastanza chiaro, prevedendo scuole differenziate: come poi queste scuole si organizzino internamente (anche) per favorire il plurilinguismo, non contraddice necessariamente il modello.
Marzo 4th, 2008 at 11:51 pm
L’argomentazione sinceramente non mi convince.
Non fraintendermi, io non sono per un’interpretazione rigida o restrittiva però l’art. 19 è (purtroppo) quello e ogni interpretazione deve reggere non dal punto di vista politico ma più da quello legale.
L’art. 19, sembra voler dire che le scuole devono essere distinte, una per ogni lingue e in cui l’insegnamento viene impartito proprio in quella lingua. Addirittura secondo me è dubbio anche che vi si possano iscrivere alunni di una madre lingua diversa: alunni e docenti per cui quella lingua sia egualmente quella materna. Fortuna che per i minorenni non è prevista la dichiarazione di appartenenza altrimenti ci avrebbero propinato anche questa cosa…
Marzo 5th, 2008 at 4:04 pm
Una questione di gradazioni ?
Se, poniamo, in una scuola italiana si insegna una materia “secondaria” e per di più ideologicamente neutra (ad es. geografia), è immersione.
Se a geografia si aggiunge filosofia al liceo (che sono poche ore alla settimana), è forse ancora immersione. Ma se si continua ad aggiungere, si arriva ad una scuola mista. Dove sta il confine ?
È stato chiarito questo punto ?
Personalmente credo che una risposta di buon senso e ben argomentata ci sia, ma capisco che gli oppositori possano avere buon gioco facendo un’obiezione come quella che ho indicato.
Marzo 5th, 2008 at 10:52 pm
@Olasz
Gli oppositori dell’immersione linguistica, quando usano il brutto termine “scuola mista”, intendono una ipotetica (e da loro deprecata) scuola che metterebbe insieme nella stessa classe studenti di madrelingua diversa, nel caso dell’Alto Adige studenti di madrelingua italiana gomito a gomito con studenti di madrelingua tedesca, con conseguente uso di entrambe le lingue durante le attività scolastiche.
La scuola “mista”, intesa in questo senso, di fatto oggi non esiste in Alto Adige, perchè l’ordinamento scolastico vigente prevede solo scuole distinte per lingua, vale a dire solo scuole in cui l’insegnamento è “impartito nella lingua materna italiana o tedesca degli alunni da docenti per i quali tale lingua sia ugualmente quella materna” (cfr. quanto scritto da Sergio 7 citando lo Statuto di autonomia dell’Alto Adige).
Tuttavia, se in una delle istituzioni scolastiche monolingue oggi esistenti in Alto Adige, si decidesse, per ipotesi, di insegnare, poniamo, il 70 per cento delle materie in lingua diversa da quella di insegnamento della scuola (immersione al 70 per cento), questo non realizzerebbe ancora una scuola “mista” nel senso paventato dagli oppositori dell’immersione linguistica, perchè non metterebbe ancora insieme italiani e tedeschi.
Incidentalmente, questa è una delle critiche tradizionalmente rivolta al modello dell’immersione linguistica da gruppi definibili (o che si definiscono) “interetnici”, gruppi “progressisti” di persone, di solito vicine ai Verdi dell’Alto Adige sul piano dell’approccio politico.
E’ da parte di questi gruppi che oggi, ma soprattutto in passato, è stata portata avanti la richiesta di una scuola unica (”mista”), non basata sulla corrispondenza stretta fra lingua di insegnamento e lingua materna degli alunni.
Su tale base, questi gruppi hanno in genere osteggiato l’immersione linguistica. Vedi, a titolo di esempio, questo mio post:
http://www.gebi.bz.it/bilinguismo/?p=58
Marzo 6th, 2008 at 12:56 am
[…] Ho scritto un pezzo spero sufficientemente “ragionato” sul caso di Villandro e la sua coda polemica. Ci tengo a dire che i pensieri da me espressi rappresentano un’esemplificazione oserei dire didattica del lavoro del nostro Netzwerk [BBD]. Ci tengo inoltre ad esprimere il mio personale ringraziamento ad Enrico Hell per i notevoli impulsi che ha dato e che dà all’elaborazione di un quadro concettuale orientato al plurilinguismo. […]
Marzo 6th, 2008 at 8:19 am
Enrico, all’inizio del tuo articolo parli di “scuola media”. In realtà si trattava di una scuola elementare.
Marzo 6th, 2008 at 8:22 am
@ Étranger
Grazie, ho corretto.
Maggio 31st, 2008 at 11:26 am
le racconto una storia: ero per caso ad una gara di pesca organizzata in un laghetto artificiale in val pusteria. il padre, di madrelingua tedesca circa 35 anni, insegna al figlioletto, circa 8 anni l’arte della pesca. Alla lenza del bambino, felicissimo, abbocca il pesce. Una trottella di circa 30-35 cm. Il padre accorre, felice anche lui per la riuscita del figlioletto e lo aiuta a recuperare la bestiola, piano piano urla, perchè la lenza si può rompere o i pesce slamarsi e scappare.
Il pesce viene recuperato e portato a riva. Come si usa, per non farlo soffrie troppo, si deve dare un forte colpo con un bastone sulla tesa in modo da uccidelo.
Il bambino dietro perfette indicazioni del padre afferra il pesce e sferra un colpo. Poverino, un pò per paura un pò per inesperienza il pesce non muore al primo colpo.
Ancora un colpo, due colpi, giù ancora giù ancora. circa 5-6 colpi, ma nulla il pesce si dimena forsennatamente… Il padre spazientito, afferra la mano del bambino che impugnava il bastone e sferra un legnata secca urlando: Muasch denken isch a walscher……….( devi pensare che è uno sporco italiano) …………………………. (sono 51 anni che vivo in alto adige Vi assicuro aprite qui la discriminazione razziale esiste)
Giugno 24th, 2010 at 10:10 am
In un contesto europeo, in cui tutti siamo cittadini europei, tutto questo sembra preistorico, eppure questa questione non è ancora superata.
Il mio consiglio anche se le persone che vivono in alto adige devono poi convivere e continuare a vivere con le stesse persone è:
Occorre rivolgersi alle autorità, carabinieri, denuncia, e procedere con la causa civile.
l’educazione o il modo di educare i bambini spetta ai genitori, e i genitori fino alla maturità (18 anni) sono responsabili civilmente e penalmente dei bambini. E i genitori sono responsabili, di quel che dice il bambino, e delle eventuali atteggiamenti xenofobi condotti dal bambino, il quale in casa probabilmente è educato a crescere con atteggiamenti xenofobi.
Io consiglio di denunciare e chiedere i danni, e non avere le semplici scuse.
Inoltre quella famiglia potrebbe essere obbligata anche a visite dell’assistente sociale il quale deve verificare che il bambino tedesco venga educato in maniera corretta.