Forum all’Università di Bolzano

Dicembre 9th, 2006

In piazza Sernesi a Bolzano, il 7 dicembre 2006, si è tenuto il primo degli incontri progettati tra cittadini , Universita’ e mondo della stampa, con una impostazione della discussione decisamente “dal basso”.
Organizzatore dell’evento il quotidiano “Il Corriere dell’Alto Adige”.

La sede principale della Libera Università di Bolzano

L’incontro aveva lo scopo di individuare alcuni argomenti forti, da proporre all’Università di Bolzano come temi di ricerca. Non è mancato il tema dell’immersione linguistica, intesa come un modo di organizzare la scuola per renderla efficace anche dal punto di vista dell’insegnameto delle lingue. Cosa che oggi non è.

L’“immersione linguistica” suscita sentimenti contrastanti a Bolzano: è considerata chiave di volta dell’apprendimento linguistico per qualcuno, pericolo di commistione e di perdita di identità per altri.

Proprio per questo il termine “Immersione Linguistica” è stato quasi sempre sostituito nei progetti ufficiali con il termine “Uso Veicolare delle Lingue”. L’idea di fondo, in entrambi i casi, è che l’insegnamento delle lingue come materie a se stanti è superata.

Insegnare una lingua in quanto lingua è probabilmente una perdita di tempo. Bisogna invece cercare di fare apprendere le lingue ai ragazzi, usandole nelle varie discipline, in modo che l’interesse per i contenuti veicolino lingua.

La proposta è semplice e affascinante: un insegnante di matematica o di scienze in inglese - o in tedesco - nelle scuole italiane, riuscirebbe a fare due cose insieme, veicolare contenuti e fare apprendere le lingue. Lo stesso potrebbe succedere nelle scuole tedesche, se intendessero tentare.

Questo principio dell’insegnare insieme lingue e contenuti è applicato in molte parti d’Europa. Tuttavia solo a Bolzano l’immersione linguistica stenta ad affermarsi. Il punto è, naturalmente: quale contributo puo’ dare l’Università alla Città e alla Provincia di Bolzano?

Quasi sempre si sente dire che l’Univeristà di Bolzano è giovane, perché esiste solo da una decina di anni. La mia impressione è che dieci anni siano un periodo di tempo sufficiente per qualificare una struttura accademica come matura. Per questo penso sia giunto il momento che anche l’Università di Bolzano si confronti con il tema dell’immersione linguistica.
Ma di quale compito potrebbe farsi carico l’Università su questo versante?

Probabilmente dovrebbe porsi come obiettivo quello di fornire una salda consapevolezza teorica ai progettisti e agli operatori scolastici in genere. Infatti, spesso, si legge in dettaglio di tecniche innovative messe a punto per l’insegnamento delle lingue, ma non sempre è spiegato con altrettanta chiarezza cosa significa veicolare insieme contenuti e lingue.

A questo si lega la necessità di approfondire il tema del rapporto fra lingua e cultura. Alla base dei progetti di immersione c’e’ l’idea che ogni lingua è idonea a veicolare i contenuti di ogni cultura, quindi che una lingua non è depositaria in senso originario di una propria specifica cultura. Il tema va quindi approfondito soprattutto sul piano filosofico.

Classi italo-austriache in prima elementare

Aprile 5th, 2006

Stefania Cavagnoli, docente al dipartimento ricerca linguistica, letteraria e filologica dell’Università di Macerata, ha illustrato sabato 1 aprile 2006 al convegno Ricerche e pratiche plurilaterali e interculturali nella didattica delle lingue straniere, organizzato a Merano dall’Accademia di Studi italo-tedeschi una particolare sperimentazione linguistica in una prima elementare. Si tratta di una scuola sperimentale bilingue italo-austriaca, attivata da pochi mesi, ma con prospettive di estensione a tutto il ciclo delle elementari e anche alla scuola media. La sperimentazione è stata fortemente voluta da un comitato di genitori, spiega Stefania Cavagnoli, e ha come cornice un accordo internazionale italo –austriaco. Si svolge parallellamente a Trento e a Innsbruck. Le discipine vengono insegnate in parte in italiano e in parte in tedesco; le metodologie e le forme organizzative sono le stesse sia in Trentino che nel Tirolo del nord. La sperimentazione propone un modello di immersione parziale, guidato da un team di docenti di madrelingua diversa. Il modello didattico e linguistico è concordato fra i docenti italiani e austriaci.
Il progetto è seguito dal punto di vista scientifico per l’impostazione e la scelta del modello linguistico; la consulenza si estende al monitoraggio e alla valutazione della sperimentazione.
Il monitoraggio avviene sotto forma di osservazioni nella classe, discussioni con le insegnanti, analisi dei diari di bordo delle insegnanti. Questi dati, ha chiarito Stefania Cavagnoli, verranno presto incrociati con i risultati dell’analisi di appositi questionari somministrati ai genitori.

La sede dell'Accademia di Studi Italo-tedeschi di Merano
La sede dell’Accademia di Studi italo-tedeschi di Merano

Documento:

  • il protocollo di Intesa fra la Provincia autonoma di Trento e il Land Tirolo per la creazione sperimentale di sezioni di scuola bilingui con programmi integrati a Innsbruck e a Trento.

AGGIORNAMENTO:

si è costitutita una associazione dei genitori delle sezioni plurilingue, intanto estese ad altre scuole del Trentino. Vedi la rassegna stampa. L’associazione ha assunto il nome di AGEBI - Associazione Genitori per un’educazione plurilingue.

Riforma della scuola e bilinguismo

Marzo 25th, 2006

“Per uno scenario riforma del sistema educativo e formativo della provincia di Bolzano” è il titolo del convegno organizzato dall’Istituto Pedagogico il 23 marzo 2006 nell’aula magna del Liceo Scientifico “Torricelli” di Bolzano.

Il tavolo dei relatori al Convegno sulla riforma organizato dall'Istituto Pedagogico

Si è trattato di un approfondimento delle tematiche riguardanti la riforma.

Il bilinguismo ha un posto rilevante fra i grandi temi della riforma, se solo proviamo a considerare il deficit di conoscenza della seconda lingua degli studenti delle scuole italiane della provincia di Bolzano, rilevato sia dai ricercatori che dalla comune sensibilità.

La mia proposta è che la riforma della scuola in Alto Adige preveda che le scuole in lingua italiana possano applicare, in autonomia, il modello dell’immersione linguistica.
Per raggiungere tale obiettivo, in primo luogo la riforma dovrebbe considerare le compatibilità con il sistema scolastico previsto dall’articolo 19 dello Statuto di autonomia per il Trentino Alto Adige.

A mio parere non è necessaria una preventiva modifica dell’articolo 19, tenendo presente che l’ordimento scolastico, che differenzia, anche amministrativamente, le scuole in lingua italiana, in lingua tedesca e delle località ladine dell’Alto Adige, resterebbe inalterato. In altri termini, l’immersione linguistica in Alto Adige non prefigura un ordinamento della scuola alternativo, perchè non prevede un unico tipo di scuola sostitutivo degli attuali tre.

Come si colloca l'immersione linguistica nel sistema scolastico dell'Alto Adige
il sistema scolastico dellAlto Adige e l’immersione linguistica –> ingrandisci

Ciò significa che il concetto di scuola mista non rientra nel modello dell’immersione linguistica.

Se, tuttavia, nell’approfondimento della questione, dovessero emergere problematiche giuridiche insormontabili nel coniugare immersione linguistica e Statuto di Autonomia, sarebbe necessario porre mano preventivamente al testo dell’articolo 19 dello Statuto, con la stesura di un nuovo testo condiviso dai tre gruppi linguistici. La riscrittura dell’articolo 19 risulta essere già nell’agenda di più parti politiche ed è richiesta, in via generale e per esigenze di ammodernamento del testo, anche da tecnici e amministratori della scuola.

Nella scenario della riforma l’immersione linguistica nella scuola italiana dovrebbe avere questi caratteri:

  • prevedere l’uso veicolare della seconda lingua nelle discipline per almeno il 50 per cento del monte ore;
  • prevedere un avvio precoce alle scuole materne e un programma di intervento progettato per tutto il percorso dela scuola dell’obbligo, senza discontinuità;
  • prevedere la trattazione veicolare di contenuti anche in lingua3 (inglese)
  • dare il massimo rilievo alla libertà di scelta dei genitori nell’iscrivere i propri figli: i genitori devono poter sempre scegliere fra sezioni ad immersione e sezioni “tradizionali”;
  • prevedere reti fra scuole dei diversi gruppi linguistici per le questioni didattiche, di formazione e di utilizzo del personale insegnante;
  • prevedere la necessità di un rapporto stretto fra scuole ed enti territoriali, associazioni, per la pianificazione di un uso sociale della seconda lingua;
  • prevedere l’intervento di Università e Istituti di ricerca nel monitoraggio e nella valutazione dei processi.

Per favorier il dibattito, l’Isituto Pedagogico ha attivato il blog Per uno scenario di riforma .
Altre notizie sul convegno sono visibili al sito dell’ufficio Stampa della Provincia autonoma di Bolzano.

Un cervello e più lingue

Marzo 14th, 2006

Cordula Nitsch, medico e docente di anatomia all’ Università di Basel, specialista di neuroanatomia funzionale, ha illustrato come funziona il cervello dal punto di vista della acquisizione di più lingue nell’ambito della conferenza pubblica “Ein Gehirn und mehrere Sprachen:wie funktioniert das?”. La conferenza à stata organizzata della Libera Università di Bolzano e si è tenuta a Bolzano il 14 marzo 2006.

Cordula Nitsch, che fa parte dello staff del Centro di ricerca lingue della stessa Università di Bolzano, ha lavorato al progetto multidisciplinare “Multilingualbrain” , una ricerca dettagliata sulle basi neuronali che consentono al cervello di processare le lingue. Multilingualbrain ha il pregio di avere sempre cercato di collegare i risultati delle neuroscienze con quelli della ricerca linguistica.

Ma come può essere raffigurato un cervello multilingue? Le immagini che Cordula Nitsch ha proposto per illustrare come si attivano le aree del cervello multilingue sono quelle colorate in rosso e arancione:

lingua 1    Attivazione di L2    Attivazione di L3
Attivazione L1        Attivazione L2        Attivazione L3

I risultati delle indagini mostrano poi, ha spiegato Cordula Nitsch, che nei parlanti plurilingui precoci le aree di attivazione delle zone deputate nel cervello a processare le lingue si sovrappongono molto piu’ che nei parlanti plurilingui tardivi.

Sembra essere un bel vantaggio per chi impara più lingue fin da molto piccolo.
Anche se questo non è il solo parametro su cui concentrarsi: Cordula Nitsch ha spiegato che il focus della ricerca è sul modo di acquisizione delle lingue, spontaneo o scolastico, simultaneo o successivo.

L’immersione linguistica in Alto Adige

Marzo 9th, 2006

Progettare scuole ad immersione linguistica in provincia di Bolzano non significa mettere in discussione il sistema scolastico disegnato dall’articolo 19 dello Statuto di Autonomia.

L’Alto Adige prevede tre tipi di scuole distinti, le scuole in lingua italiana, quelle in lingua tedesca e le scuole paritetiche delle località ladine.
Solo nelle località ladine è previsto un insegnamento equamente suddiviso in italiano e tedesco, le altre scuole prescrivono un insegnamento nella lingua materna degli alunni , impartito da docenti per i quali tale lingua è  quella materna. Naturalmente, l’insegnamento della seconda lingua è obbligatorio.

Cosi’ concepito, a Bolzano, l’insegnamento della seconda lingua occupa il tempo di una materia.

Ma che dire se si progettasse di veicolare le materie proprio in seconda lingua? Il tempo aumenterebbe considerevolmente.

In questa direzione va il progetto CLIL denominato “Scuola trilingue”, presentato in dettaglio da Rosetta Fronza alla tavola rotonda organizzata dall’Osservatorio parlamentare altoatesino il 2 marzo 2006 a Bolzano.
Il CLIL rappresenta un buon approccio, ma naturalmente il tempo  per la seconda lingua puo’ aumentare ancora, semplicemente estendendo il progetto a un vero e proprio percorso di immersione linguistica.

Il sistema scolastico dell'Alto adige nella prospettiva dell'immersione linguistica

Il vantaggio dell’immersione linguistica sta nel fatto che, in questo modo, la scuola puo’ ricreare al proprio interno un contesto d’uso della seconda lingua, là dove socialmente questo uso non c’e’.
I risultati deludenti degli studenti italiani dell’Alto Adige, indicati dallo studio di Chiara Vettori, fanno pensare che l’immersione linguistica sia la migliore soluzione per l’apprendimento delle lingue nelle scuole italiane in Alto Adige.

Quattro soggetti per una scuola ad immersione

Marzo 8th, 2006

La mia proposta per rendere efficace l’insegnamento del tedesco-seconda lingua nelle scuole italiane della provincia di Bolzano è l’immersione linguistica.
L’immersione prevede di sostituire all’insegnamento della seconda lingua come oggetto di studio la trattazione in seconda lingua di materie o di parti di materie. Un esempio: geografia, storia, matematica, scienze, educazione fisica potrebbero essere svolte tutte in tedesco all’interno delle scuole italiane. Ma è solo un esempio.
Con l’immersione la seconda lingua, da oggetto di studio diventa, dunque, veicolo di apprendimento.

Perchè una proposta di innovazione tanto radicale, alla tavola rotonda “Il bilinguismo reale fra scuola e società”, organizzato dall’osservatorio parlamentare altoatesino?  Direi proprio perchè la ricerca ha mostrato che il problema di Bolzano è la mancanza di un contesto d’uso della seconda lingua. Ognuno legittimamente parla la lingua propria in Alto Adige, ma quando ci si incontra fra italiani e tedeschi, in genere, si finisce con il parlare sempre italiano. Questo è un fatto, un dato sociolinguistico generale, non un dato soggettivo e non è indice di maggiore o minore disponibilità.

Dove le cose funzionano in questo modo, una buona soluzione consiste nel creare un contesto d’uso della seconda lingua direttamente nella scuola, proprio considerando che la società non lo offre. Trattando le materie in seconda lingua, la scuola italiana proporrebbe una grande occasione per usare davvero il tedesco e  potrebbe aiutare la società a modificare determinati comportamenti. Alla società resta il compito di modificare determinati atteggiamenti della politica.

4 soggetti

Tutto questo esemplifica un tipo di interrelazione fra scuola e società  ma anche con il mondo della ricerca e il mondo della politica. Solo se tutti i quattro soggetti - società, scuola, ricerca e politica -  lavoreranno su una base comune e troveranno un accordo, la scuola ad immersione potrà essere realizzata a Bolzano.
Determinanti in questo processo saranno comunque i genitori e le loro richieste convinte.

Enrico Hell

Il bilinguismo reale fra Scuola e Società

Marzo 7th, 2006

La tavola rotonda Il bilinguismo reale fra Scuola e Società, è il primo dei dibattiti annunciati dopo che sono stati pubblicati i risultati delle ricerche dell’ASTAT e di Chiara Vettori. L’incontro del 2 marzo 2006 è stato organizzato dall’Osservatorio Parlamentare Altoatesino in collaborazione con l’associazione Area, con l’intervento di:

  • Alessandro Urzì, membro della I Commissione legislativa provinciale “Scuola e Cultura” e consigliere provinciale di An;
  • Franco Kettmeir, dell’associazione “Convivia”;
  • Enrico Hell, già presidente della associazione “Genitori per il bilinguismo”
  • Rosetta Infelise Fronza, responsabile del “Progetto Scuola Trilingue” dell’Istituto pedagogico in lingua italiana;
  • Verena Debiasi, ricercatrice II lingua della Sovrintendenza scolastica italiana,

Moderatirice è stata Antonella Biancofiore, dirigente dell’Istituto paritario “Marcelline” di Bolzano.

Il tavolo dei relatori

Il confronto è partito dalla considerazione che il deficit di bilinguismo della popolazione di lingua italiana della provincia di Bolzano permane, nonostante lo sviluppo di sperimentazioni nell’ambito della scuola. Le sperimentazioni, infatti, sembrano non trovare terreno fertile nella società, dove la rigida separazione fra i gruppi non favorisce la crescita di una cultura del plurilinguismo e della dialettica interculturale. Società, scuola, politica e mondo della ricerca mostrano dunque anche qui la loro interdipendenza.

Le domande di fondo, su cui si è discusso a lungo, sono riconducibili alle seguenti:

  • Quali limiti ha dettato la politica allo sviluppo della società plurilingue?
  • quali i limiti della scuola?
  • quali i confini che la società pone alla crescita di un sentimento di interculturalità in provincia di Bolzano?

Cosa dicono le ricerche

Febbraio 27th, 2006

Lo studio di Chiara Vettori, La competenza del tedesco degli studenti italofoni di scuola media inferiore e superiore di Bolzano e Trento: confronto e valutazione, è stato presentato come tesi di dottorato di ricerca in linguistica tedesca (XVI ciclo) presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Il lavoro mostra, attraverso una indagine a campione, che la conoscenza del tedesco-seconda lingua degli studenti della provincia di Bolzano è inferiore, per taluni aspetti, alla conoscenza dei loro coetanei della provincia di Trento. Questo avviene nonostante le ore di insegnamento del tedesco siano all’incirca 1000 in più lungo l’intero l’arco degli studi.

Grande peso in questo ha il contesto sociale, perchè viene considerato che gli studenti di lingua italiana italiani vivono in un contesto in cui si usa prevalentemente l’italiano.

La ricerca Barometro linguistico dell’ Alto Adige, realizzata dall’ASTAT di Bolzano parla allo stesso modo di un insufficiente grado di bilinguismo degli altoatesini italiani. La ricerca che verte sull’uso della lingua e sull’identità linguistica in provincia di Bolzano è stata condotta attraverso questionari somministrati a circa mille persone.

Il testo del Baromentro linguistico dell’Alto Adige è interamente scaricabile in tre parti a questi link:
Parte 1 Parte 2 Parte 3

Questo Weblog

Febbraio 25th, 2006

Questo Weblog nasce in occasione della pubblicazione di due importanti contributi del mondo della ricerca sul tema del bilinguismo in Alto Adige, il libro dell’Istituto Provinciale di Statistica di Bolzano, ASTAT, intitolato Barometro linguistico dell’Alto Adige, presentato nel corso di un convegno a Bolzano il 14 febbraio 2006 e lo studio di Chiara Vettori  sulla competenza del tedesco degli studenti di lingua italiana di Bolzano, presentato dall’Accademia Europea di Bolzano EURAC.

 La sede dell'Accademia Europea di Bolzano
La sede dell’Accademia Europea a Bolzano

Da entrambe le ricerche vengono alla luce aspetti problematici del bilinguismo in Alto Adige. Tanto problematici da suscitare l’interesse immediato della stampa locale. Ma tali anche da fare sentire la necessità di una discussione approfondita sul tema dell’uso reale delle lingue in un contesto che si definisce plurilingue.

Lettera a Ciampi

Luglio 9th, 2001

Rassegna stampa
articolo da Dolomiten online

Link correlati: http://www.gebi.bz.it/gebi/info2000/Dharamsala.htm

Data di inserimento: 13/09/2017