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Un Programma di Immersione Linguistica | ||
Genitori per il
bilinguismo
Archivio 2000 Per una nuova politica linguistica Ai direttori di scuola materna Un grazie alle famiglie Un grazie alle autorita' |
di Enrico Hell
Il bilinguismo in Alto Adige non è ancora
realtà. Le prime sperimentazioni di immersione linguistica a Bolzano sono nate
nel 1992 alle scuole elementari "Manzoni". Che cosa non funziona? Come mai ci vuole tanto tempo per varare riforme ovvie e semplici come quella dellinsegnamento in immersione, quando in tutti i paesi in cui il problema si è posto le soluzioni sono state trovate in tempi rapidi? Tutti abbiamo sotto gli occhi linsensibilità dei politici, dei ricercatori e degli insegnanti. Linsensibilità dei politici Nellagosto 1997 il vice presidente della Giunta provinciale, Michele Di Puppo ha dichiarato che il problema del bilinguismo era stato affrontato seriamente dalla stessa Giunta provinciale. In tre scuole materne italiane una di Merano, una di Bressanone e una di Bolzano sarebbe stato introdotto linsegnamento del tedesco in forma sperimentale. Ma è stato un annuncio a vuoto: nessuna di queste sperimentazioni a tuttoggi è stata avviata. E perché mai poi il tedesco può essere introdotto solo in tre scuole materne e non in tutte? Perché le sperimentazioni di Di Puppo si rivolgono solo ai bambini di cinque anni e non anche ai più piccoli? Quella prospettata da Di Puppo non ci sembra una soluzione, ma un modo di prendere tempo, di fare finta di avere considerato il problema. Linsensibilità della scuola Ogni genitore che si sia rivolto ad insegnanti, direttori didattici
o presidi per chiedere lavvio di una sperimentazione linguistica ha avuto i suoi
problemi. La scuola dialoga poco e male con le famiglie e soprattutto non vuole saperne di
sperimentazioni che mettano in discussione le consuetudini della scuola stessa e perfino
gli organici di qualche cattedra. Il mondo della ricerca Luniversità di Bolzano ha
attivato una facoltà di scienze della formazione, per la preparazione dei futuri
insegnanti. Le diecimila firme Nella primavera del 1996 abbiamo raccolto più di diecimila firme, perché fosse varata una norma di
attuazione che legalizzasse limmersione linguistica e non vietasse la compresenza di
insegnanti di madrelingua diversa. Un programma di immersione In Alto Adige serve un vero e proprio programma di immersione linguistica. Non bastano piccole iniziative episodiche, sommerse dai problemi che abbiamo ricordato sopra. Un programma di immersione significa un progetto complessivo che preveda un percorso scolastico dai tre anni ai diciotto. Oggi i nostri figli alle materne svolgono attività private in seconda lingua, ma quando vanno in prima elementare nella maggior parte dei casi non cè nessun collegamento con le attività delle scuole materne. E quando i nostri ragazzi vanno alle medie, dopo aver frequentato le sperimentazioni di immersione delle elementari, vengono smistati in classi diverse, dove si ricomincia da capo. Alle superiori, poi, è un vero dramma: si riparte con uno lo studio grammaticale della lingua, indipendentemente da quello che è successo prima. Questa situazione è il contrario di un programma di immersione: è sperimentare in maniera casuale, improvvisata, senza nessuna attenzione alle esigenze dei nostri ragazzi. Bisogna allora che la Giunta provinciale di Bolzano cominci ad individuare dei poli scolastici in cui sia possibile svolgere attività in immersione dalle materne fino alle superiori entro un unico progetto. Poi è necessario che la Giunta individui almeno una scuola ad immersione totale, come allestero. In questa scuola linsegnamento in tedesco dovrebbe essere almeno pari allinsegnamento in italiano, come numero di ore e come materie trattate. Il Presidente della Giunta provinciale a suo tempo aveva fatto proposte precise al riguardo. Naturalmente gli insegnanti delle scuole ad immersione dovrebbero poter seguire dei training allestero per vedere come si insegna nelle scuole ad immersione dEuropa. Ma soprattutto in tutte le nostre scuole i genitori dovrebbero essere più ascoltati. Autonomia scolastica significa dare più peso alle esigenze delle famiglie, non agire in modo disorganico e non condiviso. Enrico Hell |