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No
alla scuola plurilingue
(Ufficio
Stampa Provincia di Bolzano) - Luis
Durnwalder, il Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, ha
voluto prendere posizione sui temi "caldi" del dibattito
politico in corso in Alto Adige, in particolare sul sistema scolastico
La sua
posizione
su questi temi,
secondo Durnwalder,
sarebbe anche quella della stragrande
maggioranza della Giunta provinciale.
Il
presidente ha esitato a parlare di azioni
concentriche contro le norme autonomistiche
e si è espresso dal suo punto di vista in difesa dell'articolo
19 dello Statuto di autonomia dall'ipotesi
di scuola trilingue.
Durnwalder soprattutto ha ribadito
il suo no
al progetto dell'immersione
"nelle forme in cui queste iniziative sono state proposte di recente
dal mondo della scuola in lingua italiana.
Vi alibera invece alle
iniziative tese a migliorare l´apprendimento delle lingue ma restando
sempre all'interno
del vigente sistema scolastico." Si tratta, ha spiegato Durnwalder,
di un modello scolastico sempre attuale e adeguato, che si sviluppa da una
precisa esigenza: "Serve una buona scuola in lingua italiana, una
altrettanto buona in lingua tedesca e un modello particolare per il gruppo
ladino." Riguardo al dibattito in corso, Durnwalder ha dichiarato di
avere la sensazione "che parlando di una terza via si voglia sviare l´attenzione
dai veri problemi della scuola." In questo senso va anche l´invito
del Presidente della Provincia alla Sovrintendente per la scuola in
lingua italiana Bruna Rauzi ad "adoperarsi per risolvere i problemi
reali che la scuola sta attraversando, e non ad aggirarli. Nelle scuole
italiane si devono individuare forme più efficaci di insegnamento e
di apprendimento del tedesco, cercando anzitutto di capire come e dove
intervenire. Il discorso vale, in una certa misura anche per l´italiano
nelle scuole tedesche."
Durnwalder ha ribadito la difesa del modello scolastico esistente,all'interno
del quale si possono fare sperimentazioni, ma in termini di aumento delle
ore di insegnamento della seconda lingua, di nuove didattiche, di
maggiore preparazione dei docenti. È qui che si deve intervenire, secondo
Durnwalder, senza spostare il problema e parlare d'altro,
con
proposte che significherebbero un attacco all'art.
19 e la morte per la minoranza tedesca. Il presidente ha poi
aggiunto che la scuola trilingue attende i ragazzi dopo la maturità,
quando questi
"avranno radicato la conoscenza della propria lingua e della propria
cultura." Durnwalder non ha escluso invece la possibilità di
"un approccio linguistico nelle scuole materne, con insegnanti di
appoggio che possano sensibilizzare i bambini verso l'altra
lingua" e ha ricordato le molte occasioni extrascolastiche per
imparare la seconda lingua, come gli scambi di ospitalità nelle famiglie, i
tirocini estivi nelle aziende, le collaborazioni all'interno
dell'Euregio.
"Ma
tutto questo va fatto dentro l´art. 19 e l'attuale
sistema",
ha ribadito infine Durnwalder ricordando però che vi possono essere
forme diverse di insegnamento di entrambe le lingue locali, sul modello
ladino, per i figli dei cittadini extracomunitari.
Bolzano, 20 maggio 2002
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