dal quotidiano Alto Adige
GIOVEDÌ, 13 MARZO 2008
Pagina 19 - Cronaca
Il capogruppo: cresce la protesta dei genitori, perché è a rischio la lingua di Goethe
Troppi italiani, parte l’indagine Svp negli asili
«Sui cognomi dubbi verificheremo se si tratta di mistilingui. Un test linguistico per i piccoli può essere un’idea»
BOLZANO. Un test linguistico per i bambini che vogliano entrare nelle scuole materne di lingua tedesca? La Svp bolzanina non l’ha ancora chiesto, ma non è escluso lo faccia al termine dell’indagine avviata nelle scuole materne tedesche per verificare, spulciando gli elenchi, quanti bambini italiani le frequentano. Sia l’esame di nomi e cognomi degli iscritti che, ancor di più, la possibile richiesta di accertare la conoscenza della lingua di Goethe, sono iniziative destinate a sollevare un polverone. Ma la cosa non preoccupa Oswald Ellecosta, capogruppo Svp in Comune.
«Non vedo sinceramente - ribatte anticipando la pioggia di critiche Ellecosta - per quale motivo l’iniziativa del nostro gruppo dovrebbe sollevare polemiche. Vogliamo solo verificare se le crescenti lamentele che arrivano da genitori di lingua tedesca sono o meno fondate». Di che lamentele si tratta esattamente?
«Nell’ultimo periodo è aumentato il numero dei genitori che si dicono preoccupati per quello che avviene nelle scuole materne frequentate dai figli. A quanto pare, starebbe crescendo in maniera esponenziale il numero di bambini italiani iscritti nelle scuole materne di lingua tedesca nella convinzione, errata delle famiglie, che questo faciliti l’apprendimento. Le conseguenze, sempre a sentire i genitori, sono pesanti: innanzitutto per i bambini italiani che, nella stragrande maggioranza dei casi, non conoscono una parola di tedesco e si sentono isolati. Le maestre a quel punto sono costrette a parlare italiano. Addirittura, in certe sezioni dove la presenza di bimbi italiani sarebbe forte, si parlerebbe quasi solo la lingua di Dante. Più che comprensibile che i genitori tedeschi si lamentino perché in questo modo si snatura la scuola che in Alto Adige è volutamente divisa per gruppi. Proprio per salvaguardare la minoranza».
Ma come si fa a verificare se un bambino è italiano o tedesco, stabilito che molti misti hanno nome e cognome italianissimi, pur padroneggiando senza problemi entrambe le lingue? E con la privacy come la mettiamo: può la Svp fare una verifica di questo tipo?
«Con la privacy - assicura Ellecosta - non c’è alcun problema: ci mancherebbe che non si potesse neppure sapere i nomi dei bambini che frequentano questa o quella scuola. L’accertamento successivo, ovvero verificare se dietro nome e cognome italiani c’è in realtà un bimbo che parla entrambe le lingue perché di famiglia mistilingue, è un po’ più complesso. Ma sentendo i genitori degli altri bambini non dovrebbe essere un problema avere, entro fine aprile, un quadro il più possibile attendibile della situazione».
La conclusione di questo accertamento rischia di essere la schedatura etnica dei bambini, ma Ellecosta - il falco della Svp che però gode dell’appoggio di tutto il gruppo consiliare perché altrimenti non ne sarebbe il capo da molti anni - esclude che sia questo lo scopo. «Forse le preoccupazioni espresse dai genitori sono eccessive e allora tutto finisce qui. Se invece il fenomeno esiste e crea realmente problemi, bisogna che la Provincia intervenga. Come? Faremo delle proposte».
Tipo introdurre un test di lingua anche per i baby?
«Non ci ho ancora pensato, ma potrebbe essere un’idea. Se il bimbo italiano capisce il tedesco può benissimo frequentare l’asilo dell’altro gruppo, ma in caso contrario diventa un problema. Con gli stranieri, ad esempio, non ci sono queste difficoltà perché parlano l’italiano o il tedesco e in base a questo scelgono la scuola».
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