ALTO ADIGE 22-09-2007, 15 Cronaca
BOLZANO. Karl Zeller è il “costituzionalista” della Svp. Da tempo membro della Commissione dei Sei, il deputato della Stella Alpina lo statuto di autonomia lo conosce praticamente a memoria. E stando all’interpretazione dell’avvocato meranese, l’immersione è un tabù giuridico, oltre che politico.
Onorevole Zeller, perché l’immersione sarebbe vietata dallo statuto?
«Il limite è chiaro: l’insegnamento dev’essere fatto nella stessa madrelingua degli alunni. Lo statuto non prevede la possibilità di insegnare una materia come geografia in tedesco nelle scuole italiane».
Non è un’interpretazione troppo restrittiva?
«Lo statuto parla di scuola in lingua italiana e scuola in lingua tedesca. Una scuola in lingua italiana dove le materie vengono insegnate in tedesco non è più una scuola in lingua italiana; è una scuola mista e non è prevista dallo statuto».
Non è prevista, significa che è vietata?
«Significa che bisognerebbe istituire per legge un quarto tipo di scuola. Ammesso e non concesso che ci sia la copertura costituzionale, manca la volontà politica: la Svp non approverà mai una simile legge».
Restiamo sul piano giuridico: il senso dell’articolo 19 secondo lei è quello di mantenere separate la scuola italiana e la scuola tedesca?
«Assolutamente sì».
La Corte costituzionale non la pensa allo stesso modo e parla espressamente di integrazione...
«Quella sentenza non può essere applicata al tema della scuola mista. Lì la questione era un’altra e riguardava l’anticipo dell’insegnamento della seconda lingua alla prima elementare».
Cosa impedisce alla scuola italiana di fare le sperimentazioni?
«In passato siamo sempre stati permissivi nei confronti della scuola italiana, e continuiamo ad esserlo, ad esempio permettendo di portare fino a 10 le ore di insegnamento del tedesco. Però la scuola italiana non può fare ciò che vuole».
Cosa glielo impedisce?
«Un quarto tipo di scuola toccherebbe anche gli interessi del gruppo linguistico tedesco».
Ma nessuno toccherebbe la scuola tedesca...
«La questione è un’altra. È chiaro che se rendo più appetibile la scuola italiana, c’è il rischio che i genitori mandino i loro bambini in quella scuola e non più in quella di lingua tedesca. A quel punto metteremmo a rischio l’apprendimento della madrelingua da parte dei nostri ragazzi».
Qual è il problema? Anche oggi i genitori sono liberi di scegliere se mandare i figli alla scuola italiana o a quella tedesca?
«Sì, ma di fatto nessun altoatesino di lingua tedesca iscrive i figli alla scuola italiana. È come con la proporzionale: se dicessimo sì al gruppo misto, probabilmente molti tedeschi si dichiarerebbero misti. Andremmo contro l’interesse del nostro gruppo linguistico». (mi.m.)
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