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Periodico in rete: Direttore  Enrico Hell

RASSEGNA STAMPA - Il Mattino 1 giugno 2002

Scuola bilingue e manovre elettorali

Nei giorni scorsi l´Assessore Di Puppo è intervenuto sulla stampa per perorare la causa della Sovrintendente Rauzi per l´immersione linguistica nelle scuole. In realtà è intervenuto una prima volta per affermare all´indirizzo di Durnwalder «Non torneremo indietro» usando la forma plurale per auto iscriversi al partito dei sostenitori dell´immersione linguistica.
Fino a quel momento, cioè fino a quando la scuola non costituiva un tema da cavalcare, per cercare di strumentalizzarlo a fini politici, da parte dell´Assessore Di Tutto non s´era udito alcun proclama. Eppure il problema giaceva, irrisolto da anni, sulle scrivanie di tutti i componenti della Giunta e della Sovrintendente scolastica (che un po´ disinvoltamente accosta alla sua funzione istituzionale l´appartenenza politica alla Margherita di Di Puppo). Dunque, perché il problema è esploso all´improvviso?
La risposta, a mio parere, si cela sotto l´ambizione di ottenere facilmente del consenso elettorale da poter riscuotere alle prossime elezioni del 2003 per risollevare le sorti di una Margherita incalzata nei suoi esponenti di maggior spicco, dalle indagini giudiziarie. Alleanza Nazionale è stata quindi falsamente accusata di posizioni «conservatrici» sulla questione della scuola, per il solo fatto d´aver dichiarato la sua contrarietà alla scuola mista, non certo all´immersione linguistica.
«Alleanza Nazionale la pensa come la Volkspartei», ha tuonato la sinistra. Non mi risulta che la proposta di scuola mista sia stata formalmente avanzata da qualche forza politica. Dopo l´iniziale euforia tutti si sono affrettati a ripararsi dietro l´art.19 dello Statuto che prevede l´obbligo d´insegnamento nella lingua materna.
Diversa è invece la questione che attiene all´insegnamento della lingua tedesca nelle scuole italiane. Fin da tempi non sospetti, mi riferisco al 1989, Alleanza Nazionale propose in Consiglio Provinciale l´insegnamento ludico della lingua tedesca nelle scuole materne rimanendo pressoché isolata dall´indifferenza di quelle forze che oggi, come allora, avendo posizioni di governo hanno la coda di paglia e responsabilità gravissime, in quest´ambito, rispetto ad intere generazioni di scolari. Senza andare troppo indietro nel tempo basterebbe fare riferimento al programma elettorale di Alleanza Nazionale delle ultime elezioni provinciali, per ritrovare tutte le proposte che sono state formulate in tema d´insegnamento della seconda lingua a partire dalla scuola materna per arrivare alla maturità.
Tra l´altro abbiamo sempre sostenuto la contestualità nel rilascio dell´attestato di bilinguismo con il superamento dell´esame di maturità. Siamo sempre stati favorevoli alle sperimentazioni ed al miglioramento dell´offerta formativa. Non siamo però convinti che la scuola possa risolvere, da sola, i problemi giustamente lamentati.
Una lingua non deve essere solo studiata, ma anche parlata. Bisogna fare di più in questa direzione. Borse di studio per soggiorni estivi all´estero, occasioni d´incontro tra i ragazzi anche al di fuori della scuola. Scambi di ragazzi tra le famiglie. Per inciso, una mozione di Alleanza Nazionale in Consiglio Provinciale con la quale si auspicava lo svolgimento del festival studentesco in comune tra studenti delle due lingue, venne respinta anche con i voti del centro sinistra. Molto altro si può fare.
Ciò che però mi lascia molto sorpreso è un altro aspetto della vicenda. Circa la metà dei ragazzi che escono dalla scuola media inferiore, si iscrive alle scuole di formazione professionale. Evidentemente questi studenti, considerati dalle forze politiche di serie B, non hanno alcuna necessità di parlare la seconda lingua, infatti nessuno se ne cura. Mi piacerebbe proprio scoprire la causa di questa forma di discriminazione nei confronti d´un numero consistente di ragazzi che, a mio parere, hanno tutto il diritto d´essere considerati al pari degli studenti delle scuole medie superiori.
Un altro problema è quello dell´identità. Abbiamo sempre sostenuto che la presenza di tre gruppi linguistici costituisce una enorme ricchezza per l´Alto Adige. Se vogliamo preservare queste identità, senza frullarle insieme per ottenere un insieme diverso senza altri riferimenti, dobbiamo pensare che non si può rinunciare all´insegnamento della lingua, della letteratura e della storia di ciascun gruppo.
Allo stesso tempo non possiamo pensare d´insegnare materie fondamentali, come quelle tipiche degli istituti tecnici, in una lingua diversa da quella materna. Il rischio sarebbe una netta diminuzione delle conoscenze fondamentali in cambio d´un modesto miglioramento nella seconda e terza lingua. La immersione resta certamente una strada interessante da percorrere, ma con cautela.
Non condivido quindi i toni trionfalistici con i quali questo tipo di soluzione viene sostenuta. Si tratta di una possibilità ulteriore, certamente valida sul piano didattico, frutto di esperienze condotte anche in altri Stati che la hanno introdotta da molti anni, ma non facciamoci illusioni: il bilinguismo vero lo si raggiunge parlando.
Anche l´atteggiamento della Volkspartei è cambiato gradualmente in questi anni e dopo aver sostenuto posizioni rigidamente contrarie si è convertita all´idea che per migliorare il livello di bilinguismo fosse necessario fare qualche sforzo in più. Dobbiamo però pensare in avanti e guardare in faccia la realtà con pragmatismo ma anche con la consapevolezza dei limiti della scuola. Pensiamo ad esempio al fatto che molti insegnanti di tedesco nelle scuole in lingua italiana, non sono di madrelingua. I supplenti che spesso insegnano nelle scuole superiori per periodi piuttosto lunghi, spesso non sono laureati.
E´ evidente che in questa situazione diventa difficile pensare che la scuola possa, all´improvviso, attrezzarsi adeguatamente per risolvere le grosse carenze nell´insegnamento della seconda lingua. Ciò non significa che non si debba compiere ogni sforzo per migliorare la situazione. Peccato però che il trionfalismo che ha accompagnato le proposte, peraltro non molto innovative in considerazione di quanto già avviene in alcune scuole della nostra provincia, abbia creato l´illusione che presto tutto cambierà. In realtà, da quanto mi pare di capire, l´immersione linguistica potrà essere fatta soltanto da un limitato numero di studenti.
Vi sono anche altri problemi che riguardano la scuola in lingua italiana, altrettanto importanti, di cui ci si cura poco o nulla. La chiusura delle scuole nella provincia, ad esempio. Quando si chiude la scuola la comunità linguistica non ha futuro ed è destinata a scomparire. Poiché questo è un problema che riguarda soltanto le località dove il gruppo linguistico italiano è ridotto a poche centinaia di persone, non ci si preoccupa. I solerti Assessori, mi sembra, non si curano dei problemi anche gravi della scuola, quando non ci sono pagine di giornali da riempire. Eppure la chiusura di una scuola dovrebbe essere un dramma per la Sovrintendente. Quale attività di sensibilizzazione viene fatta nei confronti di quelle famiglie che preferiscono iscrivere i propri figli alla scuola in lingua tedesca? Nessuna! Cosa si è fatto per costituire dei poli scolastici, perlomeno per le scuole medie superiori, al fine d´offrire una pluralità d´indirizzi di studio, con le necessarie infrastrutture quali: convitti e semiconvitti, mense, impianti sportivi. Nulla!
Intanto però le fila degli studenti si assottigliano ed i genitori preferiscono ricorrere alla scuola in lingua tedesca, spesso senza rendersi conto che così facendo i loro figli corrono il rischio d´essere culturalmente assimilati dal gruppo tedesco, determinando la fine del gruppo linguistico italiano in Alto Adige.
Non credo che gli Assessori e la Sovrintendente abbiano molte ragioni per essere fieri dei risultati che hanno ottenuto. Quando la forze politiche di governo invece di cercare di risolvere i problemi, irrisolti da decenni, dopo aver respinto le proposte che provenivano dalle forze di opposizione che sollecitavano un generale cambiamento, preferiscono cercare di cavalcare la legittima protesta degli studenti e della società civile, dimostrano di essere rimaste ancora molto indietro nell´elaborazione di una proposta qualificata. Tant´è che si è creata una sovrapposizione di ruoli tra la Sovrintendente e la Giunta con gli Assessori di lingua italiana tutti protesi a sostenere la libertà della Dott. Rauzi di andare avanti per la propria strada.
Alla Sovrintendente spetta il compito, tutt´altro che secondario, di avanzare proposte sulla base delle indicazioni che provengono dal mondo della scuola che è formato da docenti, studenti e genitori (quest´ultima componente completamente ignorata), alla Giunta compete la responsabilità politica di prendere le decisioni.
Invece il centro sinistra, pur d´intercettare facili consensi, ha ceduto ai tecnocrati ed è così miope da essere felice d´essere stata scavalcata e di aver perso la propria funzione.

Bolzano, 1 giugno 2002 - (Il Mattino)