Con 146 favorevoli, 101 contrari e 2 astenuti, mercoledì 12 marzo il voto in Senato ha dato il via libero definitivo al disegno di legge che rappresenta la prima riforma organica della scuola italiana dopo quella varata nel 1923. La nuova scuola ridisegna i cicli scolastici e prevede numerosi cambiamenti, dall'anticipo dell'età di accesso a scuole dell'infanzia ed elementari, al nuovo percorso della formazione professionale.
Rispetto all'impostazione data da Giovanni Gentile, prevalentemente storicistica e di stampo nettamente umanistico, ora l'istruzione è davvero a una svolta. Ma il processo di innovazione non sarà esente da vincoli: i decreti delegati di attuazione dovranno essere emanati nell'arco dei prossimi due anni, ma solo se avranno ottenuto la necessaria copertura finanziaria. Ecco in sintesi cosa prevede la legge di riforma.
Cambiano i cicli e inglese e informatica si studieranno dalle elementari. La scuola dell'infanzia durerà tre anni: potranno iscriversi i bimbi che compiranno i tre anni entro il 28 febbraio per il 2004 e il 30 aprile per gli anni successivi. Ci si potrà iscrivere in prima elementare a cinque anni e mezzo (per il 2004 ciò riguarda gli alunni che compiranno sei anni entro il 28 febbraio, per gli anni successivi il 30 aprile) e fino a 18 anni si resterà nel sistema dell'istruzione. Per tutti i ragazzi è infatti previsto il diritto-dovere di seguire i corsi di istruzione o di formazione per almeno dodici anni o, in ogni caso, fino al conseguimento di una qualifica entro la maggiore età.
Il primo ciclo dell'istruzione durerà in tutto otto anni: cinque per le elementari e tre per la scuola secondaria. Niente esame al termine delle elementari, si passerà direttamente alle medie. E' previsto anche l'insegnamento obbligatorio di una seconda lingua straniera. Solo alla fine del primo ciclo ci sarà l'esame di Stato.
Il percorso sarà comune per tutti fino alla terza media, poi si potrà scegliere tra scuola superiore (divisa in otto licei) o formazione professionale.
Il sistema dei nuovi licei sarà articolato in otto indirizzi: artistico, classico, delle scienze umane, economico, linguistico, musicale, scientifico e tecnologico. Lo studio sarà organizzato in due bienni più un quinto anno che servirà da approfondimento e orientamento per gli studi universitari. Il ciclo sarà chiuso con l'esame di Stato, titolo ancora necessario per l'accesso all'università.
Per chi dopo il primo ciclo sceglierà invece la formazione professionale sono previsti quattro anni di frequenza. Dai quindici anni di età si potrà continuare a studiare alternando periodi di frequenza a stage lavorativi. E' previsto anche un quinto anno facoltativo, al termine del quale il superamento di un esame consentirà di accedere all'università.
I ragazzi potranno comunque cambiare indirizzo all'interno dei licei e anche passare da questi ultimi alla formazione professionale e viceversa.
Nei piani di studio entrano le Regioni. La riforma prevede che i programmi scolastici abbiano un nucleo fondamentale omogeneo su tutto il territorio nazionale, ma riserva anche una quota "federalista": nei programmi scolastici potranno essere inserite materie di interesse specifico collegate alle realtà locali.
Con la riforma viene inoltre introdotta nel sistema scolastico la valutazione biennale dei periodi didattici. In pratica i ragazzi saranno giudicati ogni due anni per proseguire il loro percorso educativo: chi non raggiungerà il livello minimo sarà bocciato. Resta comunque la valutazione periodica e annuale, che non comporterà bocciature. Nel giudizio entrerà anche il comportamento, con il classico voto di condotta. Un nucleo valutativo (nato dalla ristrutturazione dell'attuale Istituto di Valutazione Invalsi) avrà il compito di verificare la qualità dell'insegnamento e il livello culturale degli studenti.
Il disegno di legge delega riserva uno specifico articolo (il 5) alla formazione iniziale e in servizio degli insegnanti, affermando la pari dignità dei percorsi di formazione iniziale e garantendone la coerenza con i vari ordini di scuola. Dopo la laurea triennale è previsto un corso specialistico abilitante all'insegnamento, cui seguirà un periodo di tirocinio obbligatorio nelle istituzioni scolastiche. Gli insegnanti in servizio potranno acquisire crediti in ambito universitario per "lo sviluppo e la valorizzazione della funzione docente".
E la copertura finanziaria? E' stata variata su indicazione della commissione Bilancio e i nuovi oneri determinati dai decreti legislativi di attuazione dovranno essere emanati "solo successivamente all'entrata in vigore di provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie" e dietro parere favorevole delle commissioni bilancio di Camera e Senato.
La filosofia della riforma mira a superare la divisione tra obbligo scolastico e formativo, riassumendoli nel concetto di diritto-dovere all'istruzione e alla formazione per almeno 12 anni o sino al raggiungimento di una qualifica. Il disegno di legge delega intende razionalizzare i vari percorsi (obbligo scolastico, obbligo formativo, formazione professionale) e le normative di riferimento. L'obiettivo è evitare che un giovane possa inserirsi nella società e nel sistema produttivo senza almeno un titolo di studio conseguito nel secondo ciclo entro il diciottesimo anno di età.
Il testo definitivo della riforma
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