BOLZANO. Schiarita definitiva ieri in giunta provinciale sulla scuola trilingue. L'esecutivo infatti ha condiviso all'unanimità la relazione dell'assessore Luisa Gnecchi che prevede l'attuazione delle linee guida già varate nel 1997 abbinate a tutti gli effetti derivanti dall'autonomia scolastica. E da Roma esulta la sovrintendente Bruna Rauzi: «Sono soddisfatta, si è chiarito un equivoco».
Saranno quindi le direttive contenute nelle linee guida approvate già nel 1997 - che consentono un aumento del 50 per cento delle ore di tedesco - e i principi dell'autonomia scolastica a guidare anche in futuro l'attività didattica per l'insegnamento della seconda e terza lingua nelle scuole italiane dell'Alto Adige. Lo ha deciso ieri la giunta provinciale approvando la relazione dell'assessore Luisa Gnecchi.
Il presidente Luis Durnwaldere da parte sua è poi stato esplicito: «Nel concreto sono possibili vari di tipi di insegnamento: dall'approccio al tedesco all'asilo sino all'insegnamento in prima elementare. E' possibile poi insegnare in tedesco parti di varie materie, purché la valutazione finale sia espressa dall'insegnante di madrelingua e della materia senza che si sconfini quindi in un insegnamento curricolare fatto in seconda lingua. Senza cioè una immersione totale, che è contro lo Statuto, e senza che lo studente sia valutato in seconda lingua per materie che sono curricolari».
«Con la scelta di oggi - sottolinea da parte sua l'assessore Luisa Gnecchi - si può fare quel salto in più da tempo atteso per dare totalmente attuazione alla delibera del '97 con le linee guida che già prevede la possibilità, solo per la scuola italiana, di potenziare la seconda lingua. Anche approfondendo specifici contenuti curricolari purché la valutazione finale sia dell'insegnante della madre lingua e titolare della cattedra. Poi con il 15% dell'autonomia scolastica già prevista si potranno fare anche delle ore di inglese».
E la sovrintendente scolastica Bruna Rauzi, per settimane nel mirino, che ne pensa della decisione di giunta? Raggiunta a Roma ha tirato un sospiro di sollievo: «Finalmente, sono assolutamente soddisfatta della decisione perché è esattamente quello che intendevo fare. E sono ancor più soddisfatta perché così si è posto fine ad un equivoco, ad un grosso malinteso che ha rischiato di fuorviare l'attenzione. Così la scuola altoatesina può muoversi verso orizzonti davvero europei».
Ed ora nella prossima giunta di lunedì arriverà l'altra faccia della medaglia: anche l'assessore alla scuola tedesca Sabina Kasslatter Mur ha in animo infatti di chiedere le medesime opportunità già in vigore per la scuola italiana.
«Del resto - ha concluso il presidente Durnwalder - sarebbe ora tempo che tutti quanti facessero meno chiacchiere e più fatti concreti. Anche perché in Alto Adige/Südtirol ci sono possibilità infinite per imparare al meglio il tedesco o l'italiano, come anche noi vogliamo. Bisogna semmai essere proprio duri, duri per non essere in qualche misura contagiati dall'altra lingua. E se ciò vale per la società figuriamoci per la scuola».
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