BOLZANO. La scuola trilingue diventa realtà. Quella che non molto tempo fa sembrava soltanto un'ipotesi, anche un po' utopistica, si sta concretizzando. La prima sperimentazione di sezioni in italiano, tedesco ed inglese partirà il 1º di settembre 2003. E le scuole che vorranno andare in questa direzione dovranno deciderlo entro pochi giorni. La proposta offerta agli istituti scolastici in lingua italiana è stata presentata ai dirigenti scolastici, convocati ad una riunione di servizio dalla Sovrintendenza.
Ora spetterà ai singoli collegi docenti decidere se avviare o meno, in una sezione del proprio istituto, la sperimentazione trilingue. Il progetto, elaborato, per incarico della Sovrintendenza scolastica, dai dirigenti scolastici Rosetta Fronza (coordinatrice), Mirca Passarella, Marino Melissano e Vito Mastrolia, si inserisce negli spazi di flessibilità previsti dalla legge 12 del 2000 sull'autonomia scolastica ed è rispettoso anche del famoso comma 1 dell'articolo 19 dello Statuto di autonomia.
La sperimentazione coinvolge la scuola in tutti i suoi gradi, da quella elementare a quella superiore. Essa prevede l'insegnamento in tedesco L2 e inglese L3 di alcune discipline individuate dalla commissione all'interno di ciascun curricolo. Nella scuola elementare e nella media inferiore, quelle che consentono una maggiore flessibilità, le due lingue potranno essere introdotte in un ambito disciplinare forte (nella media: geografia, storia, educazione ambientale, scienze) oppure, a discrezione della scuola, in progetti interdisciplinari che coinvolgono diverse aree.
Nella scuola superiore, invece, ciascun indirizzo avrà 4 o 5 discipline specifiche che potranno essere proposte in tedesco o inglese. Questo però si potrà fare soltanto nei corsi del Progetto pilota provinciale. Le materie coinvolte saranno diritto ed economia dell'Unione Europea e statistica in inglese, geografia e biologia in tedesco, oltre alle ore di Tedesco L2 e Inglese L3.
Ma perché proprio queste materie? Lo spiega Vito Mastrolia:: «Le scelte sono state effettuate innanzitutto in prospettiva europea, perchè l'opzione culturale di fondo del progetto è quella di concorrere alla formazione di un cittadino europeo. In secondo luogo abbiamo selezionato alcune discipline piuttosto di altre per tracciare un percorso di continuità con situazione già esistenti. Mi riferisco, ad esempio, alle esperienze già in corso di insegnamento in tedesco e inglese presso l'Università di Bolzano e la scuola superiore di sanità Claudiana». La continuità è garantita, tra l'altro, anche dal collegamento con le esperienze di bilinguismo precoce in atto nelle scuole dell'infanzia della provincia di Bolzano.
Gli istituti scolastici avranno comunque un notevole margine di manovra, ma dovranno attenersi ad un vincolo ineludibile: il rispetto della quota oraria globale prevista per L2 e L3, secondo le seguenti percentuali: per il tedesco, nella scuola elementare l'insegnamento della L2 e quello in L2 passerà dal 21,42 al 30 per cento sull'intero monte ore; nella scuola media dal 16,67 al 22,22 per cento; in quella superiore dall'11 al 17 per cento. Per quanto riguarda l'inglese, invece, si passerà, alle elementari, dallo 0-7,14% (a seconda delle scuole) al 10 per cento; alle medie dall'8,33 al 13,88 per cento; dal 5,55 al 13,88 %.
Non sono di poco conto le difficoltà organizzative, e anche didattiche, che comporta l'adozione di un tale modello. C'è innanzitutto la questione dei docenti: insegnare la propria disciplina in italiano è un conto, farlo in tedesco o inglese è tutta un'altra cosa. E grande differenza c'è anche, nell'applicazione del modello, fra scuola elementare e media da una parte e scuola superiore dall'altra. Non sono molti, infatti, i docenti in grado di proporre la propria disciplina in tedesco o inglese. Se la scuola non dispone di risorse proprie sufficienti a garantire un insegnamento veicolare in L2 o L3, può comunque fare ricorso a risorse esterne. Potranno essere chiamati esperti o docenti di altre scuole, i quali affiancheranno l'insegnante titolare (a cui spetta la valutazione). La sezione plurilingue, insomma, non comporterà perdita di ore o di cattedre per gli insegnanti in servizio. In ogni caso, trattandosi di una sperimentazione, saranno soltanto poche scuola a poter intraprendere questo percorso fin dal 2003/2004. E per i docenti coinvolti partirà un piano straordinario di aggiornamento di 100 ore.
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