«La riforma può rilanciare la scuola trilingue»
Rauzi entusiasta, Gnecchi più attendista. In Alto Adige sarà applicazione piena
rassegna stampa / (Marco Rizza) - 18/03/2003
 


BOLZANO. La riforma Moratti dovrà essere recepita e attuata anche dalla scuola altoatesina, con l'eccezione degli asili. E mentre l'assessora Luisa Gnecchi preferisce non sbilanciarsi in giudizi sulla legge delega («per ora è solo una scatola vuota e senza finanziamenti, aspettiamo i decreti attuativi»), la sovrintendente Bruna Rauzi parla esplicitamente di una «buona riforma» che «potrebbe comportare, tra le altre cose, l'insegnamento dell'inglese fin dalla prima elementare».
E' visibilmente soddisfatta, la sovrintendente Rauzi: «Almeno c'è una riforma organica. Qualcosa si muove, dopo anni di attese e dibattiti...». La legge delega del ministro Moratti deve essere recepita anche in Alto Adige: sulla scuola la Provincia infatti ha competenza secondaria e non può quindi appellarsi all'autonomia. La scuola altoatesina avrà la stessa organizzazione che nel resto d'Italia (fatti salvi gli asili, sui quali la Provincia ha competenza primaria e non ha ancora deciso se consentire o meno l'anticipo d'iscrizione).
E della riforma Moratti, come detto, la Rauzi è soddisfatta. Sa che il suo giudizio non è condiviso dall'assessora competente («è vero, alla Gnecchi la legge delega non piace molto, in compenso piace a diversi dirigenti e docenti»), ma non rinuncia a commentarla: «Nel complesso - afferma - è una buona riforma. Mancano ancora i decreti attuativi e quindi non si può dire granché, ma la cornice è buona. E' positivo l'anticipo dell'iscrizione alle elementari e all'asilo, ed è positiva la differenziazione in due canali (licei e istruzione professionale) delle scuole superiori».
Ed è soprattutto uno il motivo per il quale la Rauzi approva l'anticipo dell'iscrizione, l'insegnamento delle lingue. La «missione» (sono parole sue) della sovrintendente: «Devo portare la nave in porto prima di andare in pensione». Cosa c'entra l'anticipo? «Con la legge delega - spiega la Rauzi - si profila l'ipotesi di inserire l'inglese già in prima elementare. La legge parla infatti di "lingua straniera", e in tutta Italia si intende l'inglese. Anche la Svp, per altro, ha combattuto per anni per designare il tedesco "seconda lingua" e non "lingua straniera". Quindi, per coerenza...». La riforma Moratti - o meglio l'organizzazione scolastica che prevede - non dovrebbe infuire negativamente nemmeno sul progetto di sezioni trilingui: «Il progetto è pensato soprattutto per elementari e medie - afferma la sovrintendente - e la Moratti qui non prevede sostanziali modifiche. Le lingue si imparano da piccoli, entro i 10 anni: se in questa età si lavora bene, dopo la strada è spianata. Ora aspettiamo i decreti attuativi per vedere come saranno recepiti dalla Provincia».
Altro punto focale della riforma: la divisione del «secondo ciclo», le scuole superiori, in due indirizzi, licei e istruzione professionale. «Finalmente - conclude la Rauzi - si accantona definitivamente Gentile e si permette che il mondo del lavoro tiri fuori la scuola dalla sua torre d'avorio. E' importante che a chi frequenta una scuola professionale sia consegnato un titolo di valore nazionale e non più solo provinciale».
Giudizi molto più cauti, invece, dall'assessora diessina Luisa Gnecchi: «Inutile esprimere pareri su una legge che per ora è solo una scatola vuota, per altro senza soldi, che ha bloccato la riforma Berlinguer. Aspettiamo di vedere cosa succede, anche se la vera grande rivoluzione della scuola è stata l'autonomia. Gli anticipi (ammesso che si facciano) sicuramente creeranno qualche tensione coi genitori, soprattutto per gli asili. Per quanto riguarda le lingue, invece, sono felice che nell'opinione pubblica si sia diffusa l'idea che il tedesco è lingua "seconda" e non"straniera": dico però anche che i bambini sono sempre bambini, e che non li si può sovraccaricare di ore».


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