di Mario Bertoldi
BOLZANO. «La reazione della Volkspartei? Me l'aspettavo. Penso però che mai come in questa occasione sia necessario andare sino in fondo». Il dottor Guido Rispoli, noto magistrato altoatesino e presidente della Commissione dei sei, difende a muso duro la propria proposta tesa a permettere un più efficace apprendimento della seconda lingua, in particolare del tedesco per gli italiani.
«Ho sentito parlare a sproposito di scuola mista - puntualizza il magistrato - ma la mia proposta è ben diversa. Qui si parla soltanto della possibilità di avere degli asili dove dal primo all'ultimo minuto della giornata ci sia la compresenza di insegnanti italiani e tedeschi. La cosa è molto semplice»
Ma il discorso riguarda solo le scuole materne italiane o anche quelle tedesche?
«Potrebbe ovviamente riguardare entrambi i gruppi etnici. Però se il mondo sudtirolese è contrario nessuno lo intende imporre. Questo tipo di sperimentazione è però chiesto a gran voce dalla comunità italiana come importante opportunità di aiuto all'apprendimento della lingua tedesca. Continuare a dire no mi sembra realmente ingiustificato. Ma l'articolo 19 dello statuto di autonomia, che sancisce il diritto alla scuola nella propria madrelingua, non viene assolutamente intaccato»
La sua proposta riguarda solo le scuole materne?
«Io parto dalle scuole materne per far fare una prima esperienza di immersione linguistica ai bambini già nei primi tre anni di asilo. Per questi bambini sarà poi più agevole seguire forme di immersione anche negli anni successivi di insegnamento, alle elementari e alle medie. Ma dove il progetto è direttamente realizzabile, anche con costi limitati, è nelle scuole materne»
Oggi questa opportunità non c'è ma molti bambini italiani tentano di essere iscritti negli asili tedeschi...
«Esatto, modificando la norma e permettendo forme di immersione linguistica negli asili, nessuna famiglia italiana avrebbe più motivo di tentare l'iscrizione dei propri figli in scuole tedesche ove i bimbi italiani, tra il resto, non sono graditi in quanto non sono scuole bilingui. Non a caso è stata imposta una norma che non permette l'iscrizione in una scuola materna tedesca se il bambino iscritto non capisce già la lingua, almeno in parte. Bisogna anche dire che molte volte l'iscrizione di un bimbo italiano in una scuola materna tedesca provoca disagio e perdita di identità»
La Svp ha però detto no, nonostante il problema riguardi in primis la comunità italiana...
«E' necessario trovare un sistema per fare un sondaggio tra i genitori dei bimbi delle scuole materne. Io chiedo che venga verificata la volontà delle famiglie italiane. Sono convinto che il 70-80 per cento condivide in pieno la mia proposta. Se non ci fosse ci meriteremmo l'appellativo, coniato dal compianto Montanelli, di"italioti". In assenza di una adesione massiccia abbandonerei immediatamente questa rivendicazione»
E se, anche in presenza di una richiesta massiccia, la Svp confermasse il no che accadrebbe?
«Nulla, avremmo solo la conferma più lampante della presenza di un defici di democrazia»
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