BOLZANO. Dal mondo di lingua tedesca arriva un'imponente levata di scudi contro l'introduzione dell'ora di italiano dalla prima elementare. Gli Schützen hanno raccolto 57 firme all'interno delle scuole, l'Heimatbund chiama in causa il canonico Gamper e ora scendono in campo addirittura i «Katakombenlehrer» (gli insegnanti dei corsi clandestini di tedesco che si tenevano durante il fascismo). Ma l'assessora Sabina Kasslatter-Mur, forte dell'appoggio di Durnwalder e del partito, non molla.
«Giù le mani dalla scuola tedesca». Ieri, dalle pagine del "Dolomiten", in un annuncio a pagamento fatto pubblicare dall'Heimatbund, il canonico Michael Gamper, storica guida spirituale del gruppo linguistico tedesco, ammoniva con faccia severa chi intende cambiare l'attuale modello scolastico sudtirolese. «Ma le mie 35 proposte di riforma della scuola non cambiano di una virgola la "Minderheitenschule", la scuola fondata sulla propria madrelingua», si difende l'assessora provinciale alla scuola tedesca Sabina Kasslatter-Mur.
In questi giorni, l'assessora è stata presa di mira da più parti. Gli Schützen hanno preparato un'apposita risoluzione in cui «si invita la giunta a desistere da qualsiasi esperimento che possa minare uno degli elementi fondamentali di un gruppo linguistico (nel caso concreto, la scuola e la madrelingua) e quindi indebolire l'identità del popolo tirolese per poi cancellarla definitivamente». Un appello che non lascia spazio né alla scuola trilingue, né all'immersione («nelle scuole italiane non hanno portato ai risultati sperati»), ma soprattutto boccia senza appello l'introduzione di un'ora di italiano a partire dalla prima elementare. La bocciatura non porta la firma dei soli Schützen, ma anche quelle della destra tedesca (i Freiheitlichen e l'Union, ma anche Franz Pahl, in evidente dissenso col proprio partito) e di numerosi rappresentanti del mondo della scuola. In tutto, le firme in calce al documento sono 57.
«Non per sminuirle, ma dei dodici direttori scolastici che hanno sottoscritto l'appello degli Schützen, undici sono già in pensione e il dodicesimo è il curato degli Schützen (Paul Rainer, ndr)», afferma Kasslatter-Mur che invita gli Schützen a non giocare sporco e aggiunge: «Se perdiamo la nostra identità e lingua madre solo perché alle 25 ore di insegnamento in tedesco ne aggiungiamo una in italiano, allora siamo messi male».
Ma la preoccupazione degli Schützen viene condivisa anche dai «Katakombenlehrer», gli insegnanti che durante il fascismo tenevano lezioni segrete di tedesco. «Ho piena comprensione per chi ha contribuito a ricostruire il sistema scolastico sudtirolese, ma non condivido le loro preoccupazioni. È giusto rafforzare la conoscenza della nostra madrelingua, ma chi pensa di farlo escludendo altre lingue - l'italiano o l'inglese - si sbaglia», è la risposta dell'assessora ad una lettera aperta firmata da 28 «Katakombenlehrer» in cui l'introduzione dell'italiano a partire dalla prima elementare viene aspramente criticata.
«Ho l'impressione che questi continui attacchi servano per fare campagna elettorale», continua Kasslatter-Mur. «Certo è, che senza l'appoggio di Durnwalder e del partito probabilmente mi avrebbero già fatta fuori».
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