Compresenza? Non se ne parla
rassegna stampa / il mattino - 26/02/2003
 


Di PAOLO FLORIO

«Gli italiani possono fare quante ore di tedesco vogliono. Più ne fanno, e meglio è per loro e per la reciproca comprensione. Però, di compresenza o immersione non voglio sentire parlare. Nè alle materne nè alle superiori: non è prevista dall´articolo 19 dello Statuto d´autonomia».
Più chiaro di così. Luis Durnwalder, presidente della giunta provinciale, conferma a chiare lettere - se mai ve ne fosse stato bisogno - il parere espresso dalla Parteileitung nella riunione di lunedì sera. Prima di partire per la Bolivia, Durnwalder non ha voluto mancare all´inaugurazione della nuova sede dell´Intedenza scolastica di lingua tedesca e ladina. Quale migliore sede, quindi, per parlare di scuola, e per la precisione della «proposta Rispoli» (compresenza nelle scuole materne) o del «progetto Gnecchi-Rauzi» (riforma linguistica dalle elementari alle superiori), che tanto ha fatto già discutere?
Presidente, cosa non va nelle due proposte?
«Lo Statuto parla chiaro e non prevede immersioni linguistiche. Se le scuole italiane vogliono aumentare le ore di tedesco, lo possono fare e durante quelle ore possono parlare di ciò che vogliono. Così come ognuno è libero di scegliere la scuola dove andare».
E la compresenza, ad ogni livello scolastico?
«Di fatto è un´immersione, quindi non va bene».
Perchè la Svp ha così a cuore la scuola italiana?
«Qui non si tratta di occuparsi delle faccende italiane. La giunta è responsabile di tutte le scuole della provincia. Gli italiani hanno il diritto di avere le loro scuole, come nel resto d´Italia, e anche i tedeschi lo hanno, come in Germania o Austria. L´importante è che non ci siano scuole miste, che sarebbero solo un danno. E non parlo solo dei tedeschi, perchè anche nel mondo italiano mi sembra che non tutti siano d´accordo. Basta vedere con le ore di tedesco, cos´è successo».
Cos´è successo?
«Che alcune scuole le hanno aumentate e altre invece le hanno diminuite».
Progetto Gnecchi-Rauzi: cosa ne pensa, a distanza di qualche settimana?
«Mi sembra di capire che non si tratta di una scuola trilingue, come qualcuno ha detto. Ma di una scuola dove si insegnano tre lingue, e la cosa è molto diversa. Sapete qual è stato il nostro errore?
No, ci dica.
«Avrebbe dovuto essere la Svp a chiedere l´immersione. A quel punto gli italiani avrebbero detto che erano contrari, così avremmo eliminato ogni discussione».
Sulle prime l´assessore Sabine Kasslatter Mur, presente all´inaugurazione, preferisce non contraddire il Landeshauptmann e «dribbla» i taccuini. Poi, al termine del buffet, senza l´ingombrante presenza di Durnwalder, si concede.
«La proposta di Rispoli? Confesso che la conosco solo attraverso i giornali. Ho già chiesto alla Commissione dei Sei un incontro per farmela illustrare».
La Parteileitung comunque ha già detto che non è d´accordo.
«E io seguo la linea del mio partito. È normale che l´organo direttivo della Svp si occupi di questioni che riguardano l´intera provincia».
Parliamo del progetto della sua collega Gnecchi.
«L´ho letto qualche giorno fa, e mi sembra di capire che non vada contro l´articolo 19. Ma la cosa importante di ogni progetto è che riesca a gettare nuove basi per cercare di migliorare le conoscenze linguistiche dei nostri ragazzi. Sia benvenuto ogni progetto innovativo che vada in questa direzione, fermo restando ovviamente il rispetto delle normative vigenti».
Lei non teme una scuola trilingue?
«Se per scuola trilingue si intende una struttura dove si insegnano più lingue, allora esiste già adesso. Il progetto Gnecchi non cambia la situazione attuale».
E la compresenza prospettata dai quattro dirigenti scolastici italiani? Riguarda solo le ore di tedesco o verrà effettuata nelle ore di altre materie?
«Confesso che non ho capito bene come debba funzionare. Luisa Gnecchi mi ha garantito che non c´è conflitto, e comunque il 10 marzo lei illustrerà il progetto in giunta provinciale».


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