Alessandro Urzì promuove la Sovrintendenza scolastica italiana per il suo impegno nei confronti del bilinguismo. In un lungo comunicato, il consigliere di Alleanza nazionale afferma infatti: «Non ho difficoltà a dichiarare la mia personale soddisfazione per il percorso intrapreso dalla Sovrintendenza in lingua italiana che attraverso un proprio gruppo di lavoro ha indicato la strada giusta verso un reale e concreto bilinguismo».
Si tratta, afferma Urzì, di un percorso tortuoso e difficile, che sarà fonte di disagi e difficoltà, ma anche obbligato per il pieno inserimento sociale e culturale della minoranza italiana in provincia di Bolzano.
«La piena soddisfazione è data in primis dal vedere concretizzate molte delle proposte ed analisi che Alleanza nazionale in primis aveva avanzato sul modello di scuola: rispetto dell´articolo 19 dello Statuto di autonomia, autonomia delle istituzioni scolastiche, uso veicolare della seconda lingua. Non mancano, nelle linee guida indicate dalla Sovrintendenza, punti poco chiari che impongono immediatamente verifiche e correzioni, ma l´impianto del modello proposto avvia la scuola italiana verso una fase nuova.
«Fra i dubbi che emergono - afferma Urzì - c´è quello, da sempre rilevato da An, dell´autonomia finanziaria delle scuole. Le scuole, per garantire innovazioni e programmi didattici sperimentali in seconda lingua, devono infatti potere godere di risorse proprie. Poco effetto infatti avrebbe l´autonomia “didattica” delle scuole e la “voglia di insegnamento bilingue” se le stesse scuole non potranno avere la certezza di risorse utili a garantire questi percorsi, essendo attualmente l´attribuzione delle risorse, a causa dell´infausta legge provinciale approvata recentemente dalla sinistra sotto ricatto della Svp in consiglio provinciale, soggetto all´avvallo politico della giunta provinciale, ossia della stessa Svp».
In secondo luogo, sostiene il consigliere provinciale, va verificata l´opportunità di avviare questi percorsi trilingui da subito nelle scuole superiori dove spesso i ragazzi non dispongono di adeguate conoscenze linguistiche. «Si tratta di un limite che potrebbe rappresentare fonte non solo di disagi ma anche di un aggravamento complessivo della qualità formativa della stessa scuola. In questo senso l´avvio di questi percorsi da subito nella scuola superiore ha la necessità di essere attentamente verificato attraverso perlomeno la messa a disposizione di ausili speciali a sostegno dei ragazzi che non possono essere penalizzati rispetto a loro compagni di altre scuole in cui la stessa metodologia, in ossequio all´autonomia delle istituzioni scolastiche, non verrà applicata».
L´ultimo dato che va rilevato secondo Alessandro Urzì è il ruolo della politica in questa fase. «La politica, deve rimanere estranea a questi processi, garantendo solo gli strumenti perché possano essere avviati. Insomma luci ed ombre che mostrano nel loro complesso l´acquista consapevolezza da parte della Sovrintendenza, per troppo tempo assente su questi temi, di ciò che An, da ultimo con la propria petizione sulla scuola, sostiene da tempo. Se gli ostacoli che tuttora permangono non dovessero essere rimossi si porrà come d´obbligo, come An più volte ha annunciato, un intervento superiore, a livello governativo, perché l´autonomia scolastica, in termini di didattica ma anche di gestione delle risorse, possa essere pienamente garantita - conclude Urzì - abbattendo le gabbie ed i ricatti che ancora oggi vincolano il coraggio e la coscienza del vitale ruolo sociale che la scuola, partendo dal corpo insegnante per finire ai dirigenti, ha dimostrato di coltivare».
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